Luis Enrique non è più il CT della nazionale spagnola. L’annuncio libera il tecnico e apre a nuovi scenari, potrebbe anche tornare in Italia?
L’eliminazione ai rigori della nazionale spagnola contro il Marocco ha portato alle dimissioni di Luis Enrique. La notizia, come era lecito aspettarsi, ha fatto il giro del mondo suscitando riflessioni anche in Italia. Dai parallelismi non proprio bonari con il caso di Roberto Mancini, ancora saldamente al suo posto, alle considerazioni sul possibile futuro del tecnico iberico.
Luis Enrique è di nuovo su piazza, probabilmente per poco. L’ormai ex-CT della Spagna è rassegnato le dimissioni e ora si guarda intorno. La sua avventura con le Furie Rosse non ha portato ai risultati sperati ed ora è arrivato il momento di andare oltre. Eppure il tecnico ex-Roma era arrivato con i migliori auspici.
Il suo periodo da allenatore del Barcellona, iniziato nel 2014, era infatti partito a razzo con il Triplete già alla prima stagione. Dopo l’esordio da sogno è seguito un lento seppur abbastanza vincente declino, che l’hanno portato poi a lasciare anche la panchina blaugrana nel 2017, dopo la sua peggior stagione, nella quale ha comunque portato in bacheca una Coppa di Spagna.
Quale futuro può prospettarsi quindi adesso per Luis Enrique? Il tecnico vorrà fermarsi o prenderà subito in considerazione nuove ipotesi? Al momento non è dato sapere, ma lavorando di fantasia gli scenari possibili prospettano diverse ipotesi. Non si può non considerare che per molti l’eliminazione della Spagna coincide con la “morte” del Tiki-Taka.
Luis Enrique infatti è allievo di Guardiola e, così successo anche al suo maestro, ora potrebbe trovarsi di fronte alla necessità di apportare delle evoluzioni al suo stile di gioco. Il suo futuro potrebbe essere in Italia? Difficile, dato l’aspetto economico. Luis Enrique infatti percepiva dalla Federazione spagnola circa 6 milioni all’anno, che lo rendono quasi inavvicinabile per i club di Serie A. Gli unici sarebbero, con il condizionale quantomai d’obbligo, Juventus e Inter.
La Juventus rispetto all’Inter è più abituata a giocare con la difesa a 4 e non ha disdegnato il 4-3-3. I nerazzurri vengono da ormai 2 gestioni, Conte prima e Inzaghi ora, in cui il 3-5-2 è lo schema su cui è stata modellata la rosa, impensabile considerare una rivoluzione. La realtà è che in Serie A i migliori club ad adottare quello schema hanno tutti una situazione che per un motivo o per l’altro escluderebbe un’ipotetico arrivo dello spagnolo. Il Napoli infatti vola con Spalletti e anche la Lazio è rientrata grazie a Sarri nel giro delle prime 4.
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