Doccia gelata per Claudio Lotito: il Ministero dell’Economia e Finanza ha espresso parere negativo sull’emendamento salvacalcio
Claudio Lotito, Presidente della Lazio e da pochi mesi Senatore della Repubblica italiana nelle file di Forza Italia, non è abituato a ricevere rifiuti, eppure questa volta deve incassare un inatteso no.
Il MEF, acronimo per Ministero dell’Economia e Finanza, ha, infatti, espresso parere negativo sull’emendamento al Dl “Aiuti” quater, il cui principale promotore è proprio il patron biancoceleste, che consente alle società sportive di accedere a un’ulteriore rateizzazione del debito maturato con l’Erario fino ad un massimo di 60 rate.
Un parere non vincolante ma che di fatto allontana la possibilità che possa essere approvato. Doccia gelata, dunque, per Lotito e per Urbano Cairo, Presidente del Torino, storici rivali in FIGC ma alleati in questa battaglia politica che si preannuncia senza esclusione di colpi (di scena) fino a quando l’emendamento, la prossima settimana, verrà messo ai voti.
Doccia fredda per Lotito: parere negativo del MEF. Esulta Matteo Renzi
Tuttavia, in questa battaglia i due “ex nemici” Cairo e Lotito non sono soli. L’emendamento incriminato, difatti, in Parlamento ha raccolto il sostegno di altre forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione, ma, come detto, ha ricevuto un parere negativo, in Commissione, da parte del Ministero dell’Economia e Finanzia, diretto dal leghista Giancarlo Giorgetti.
Chi, invece, non ha fatto mai mistero di essere contrario è il Senatore Matteo Renzi, leader di Italia Viva, che nel corso del suo intervento, tramite la piattaforma Twitch, a TvPlay è tornato a ribadire di essere pronto a “fare le barricate” in Senato pur di affossare il suddetto emendamento.
Dunque, nessun salvagente lanciato ai Presidenti delle società di Serie A in vista della scadenza, il 22 dicembre, dei vari versamenti sospesi per l’emergenza sanitaria legata alla pandemia di Covid. Per il governo il calcio va trattato come tutti gli altri settori, quindi multa del 3% per poter accedere al meccanismo delle rate in 5 anni, mentre la Lega chiede la possibilità di spalmarli su più anni senza interessi e sanzioni.
Un aiuto, del resto, difficile da giustificare in un momento in cui la vera emergenza è rappresentata dalle famiglie e dalle imprese in difficoltà, messe in ginocchio dall’inflazione e, in particolare, dal caro energia. Comunque, sanzioni a parte, c’è un altro aspetto di tale questione su cui i club vorrebbero almeno un’apertura di credito per evitare una denuncia dell’Inps per il mancato pagamento. Secondo la Lega, va semplificato il meccanismo autorizzativo della rateizzazione, altrimenti non versando il mezzo miliardo di tasse sospese entro il 16 febbraio, i club rischiano seriamente di incorrere in sanzioni penali e sportive.