Prendendosi una pausa dai lavori parlamentari, il Senatore e Presidente della Lazio, Claudio Lotito, ha spiazzato tutti con un’inattesa confessione
Da pochi mesi siede su uno scranno del Senato della Repubblica, eppure il neosenatore Claudio Lotito non dimentica di essere soprattutto il Presidente di una squadra di calcio, nello specifico la Lazio.
Infatti, anche da parlamentare si sta dando da fare per tutelare gli interessi dei club di Serie A. Sarebbe sua la paternità dell’emendamento al Decreto “Aiuti” quater, anche se non reca la sua firma, che ripropone la possibilità per i club di Serie A di spalmare il debito con l’Erario sui prossimi 5 anni con 60 rate mensili, di cui le prime tre da saldare subito, ma soprattutto senza alcun interesse (niente mora del 10%) e penalizzazioni sportive.
D’altronde, la Lazio di Lotito è uno dei quattro club, gli altri sono il Torino, la Sampdoria e il Verona, che hanno rinviato tutti i pagamenti da inizio anno e pertanto dovrebbe versare nelle casse dello Stato 40 milioni di arretrati.
Lotito: “La Juventus non è male. Agnelli? L’ho abbracciato”
In attesa della votazione del suddetto emendamento, in calendario la prossima settimana, Claudio Lotito è ritornato al suo vero amore, il calcio, spezzando una lancia in favore della Juventus, travolta dalle note vicende giudiziarie: “Oggi tutti parlano male della Juventus, ma è una è una di quelle società che ha contribuito al sostentamento del nostro mondo. In tanti si sono abbeverati da lì e non può essere ogni male del calcio italiano. Poi non entro nel merito dei fatti, quello spetta ai magistrati. Agnelli? L’ho visto in Senato e l’ho abbracciato. Mi ha dato un’impressione non giusta dal punto di vista umano”.
Ma non è tutto qui. Da profondo conoscitore dell’universo calcistico, il Presidente-Senatore ha detto la sua anche sullo stato di salute del calcio italiano escludendo qualsiasi responsabilità della Serie A nella mancata partecipazione della Nazionale (la seconda consecutiva) alla fase finale di un Mondiale: “Per la seconda volta siamo fuori dai mondiali, alcune persone dovrebbero farsi domande e darsi delle risposte. Non penso dipenda dalla Serie A che mette a disposizione i calciatori. Se la gestione in nazionale non produce i risultati, la responsabilità è di chi li gestisce in quel momento”.