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Mondiali, sai perché si gioca in 11? C’entrano gli inglesi

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Luigi Pasquariello

Vi siete mai chiesti il motivo per il quale a calcio si gioca in undici? Non ci crederete! C’entrano i “maestri”, anzi, i “professori”, inglesi

Con un perentorio 3-0, in cui c’è anche la prima firma di Harry Kane in Qatar 2022, l’Inghilterra di Gareth Southgate ha liquidato il Senegal guadagnandosi così l’accesso ai quarti di finale dove sfiderà la Francia, campione del mondo in carica, di un Kylian Mbappè in grande spolvero. Il fuoriclasse del Paris Saint Germain ha messo la segno la doppietta che ha mandato al tappeto i polacchi volando così in testa alla classifica dei cannonieri  con 5 marcature.

Sai perché si gioca in undici? C’entrano gli inglesi (Ansa)

Altri 3 gol dopo i tre rifilati al Galles che spazzano via le polemiche e le critiche che hanno investito la Nazionale dei “Tre Leoni” dopo lo scialbo pari a reti inviolate contro gli Stati Uniti, match successivo alla vendemmiata di gol (6) al debutto contro l’Iran.

Insomma, gli uomini di Southgate con sei gol fatti e zero subiti in due match hanno siglato la pace con i tifosi che quindi saranno di nuovo il “dodicesimo uomo in campo“, cioè l’alleato più prezioso per superare il difficile scoglio francese e approdare in semifinale. Ma a proposito di “dodicesimo uomo in campo”, sapete perché si gioca in undici? Il merito è proprio degli inglesi.

Sai perché si gioca in 11? Le camerate delle public school inglesi

Phil Foden e Harry Kane, attaccanti dell’Inghilterra (Ansa)

Nessuno ha inventato il calcio, neanche gli inglesi, a lungo considerati gli inventori dello sport più praticato al mondo. Eppure, non c’è alcun dubbio che la “culla” del calcio siano state le public school inglesi dove nell’Ottocento prese forma il calcio, sia sotto l’aspetto regolamentare che sotto quello delle modalità di gioco, così come lo conosciamo oggi.

Infatti, al calcio si gioca in undici proprio in quanto le camerate dell’esclusive public school inglesi, Eton, Harrow, Winchester, ecc. , (a scanso di equivoci, “public” nel senso di aperte, a partire dai primi anni dell’Ottocento non solo ai rampolli dell’aristocrazia, come era stato per secoli, ma anche a quelli dell’allora emergente borghesia) ospitano appunto dieci studenti più il capo-camerata/tutor da cui deriva la figura del capitano.

Comunque, agli inizi regnava l’anarchia visto che il numero di giocatori variava da college a college finché nel 1870 la Football Association, la Federazione calcistica inglese, per mettere fine al caos sul numero dei giocatori in campo, che rendeva di fatto complicato organizzare incontri fra squadre di città distanti e che applicavano norme diverse, decise di fissarlo a 11.

Luigi Pasquariello

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