L’Uruguay saluta il Mondiale nel peggiore dei modi: fuori ai gironi con tante stelle storiche pronte a dire addio.
Tra le lacrime di Suarez e la rabbia di Cavani, l’Uruguay saluta i Mondiali 2022 e torna in patria. Niente ottavi per la selezione sudamericana e flop che porta con sè la possibilità che diversi interpreti storici possano salutare per sempre la manifestazione.
Disfatta e rivoluzione, come spesso accade in questi casi. E’ il momento giusto per dare un taglio con il passato e guardare con fiducia al futuro. La ricostruzione parte da qui, dalle sconfitte dolorose, ma che spesso possono riservare risvolti positivi.
Uruguay, la fine di una generazione
E’ veramente la fine della generazione d’oro dell’Uruguay? Dei vari Muslera, Coates, Godin, Caceres, Cavani e Suarez? Pensiamo proprio di sì. Una generazione composta da calciatori e soprattutto centravanti straordinari, che hanno fatto le fortune dei principali club europei. Entrambi 35enni, sia Cavani che Suarez hanno probabilmente giocato l’ultimo Mondiale della loro carriera. La principale manifestazione calcistica a livello mondiale è completamente da dimenticare per loro. Insieme, nella loro lunga carriera, hanno segnato più di 100 gol con la maglia Celeste, ma in Qatar non sono mai riusciti a gonfiare la rete, a dimostrazione che il tempo passa per tutti.
Ora per la nazionale dell’Uruguay è tempo di cambiamenti radicali. L’ossatura della squadra c’è, con la presenza di calciatori come Gimenez, Bentancur, Valverde e Nunez a tirare le fila. Sono inoltre previste sorprese anche sulla panchina, con il possibile arrivo di Marcelo Bielsa come ct, pronto a dare vita ad una nuova epopea d’oro. Il piccolo paese che conta circa 3,5 milioni di abitanti totali, è da sempre una fucina clamorosa di talenti. Pensiamo ad esempio ai ‘nuovi’ come Maturro, Ugarte, Pellistri e Facundo Torres, alcuni giovani già presenti nella nazionale maggiore che avranno il compito di contribuire alla rinascita calcistica del loro paese.
Anche le favole più belle possono terminare. Gli anni corrono veloci e l’ormai vecchia generazione d’oro made in Uruguay è pronta a lasciare spazio alla freschezza dei più giovani, con l’obiettivo di tornare quanto prima a competere nuovamente con le nazionali più forti del pianeta.