Alessandro Del Piero di nuovo in quota Juve, il suo nome è ancora spendibile per il futuro: tornare adesso, però, rappresenta un rischio.
La linguaccia dopo i gol se la ricordano ancora tutti, la maglia bianconera addosso gli sta ancora divinamente e il sorriso è sempre lo stesso: basta questo per far sognare i tifosi. Alessandro Del Piero nella nuova Juventus è possibile, quantomeno non è remoto come prima, quando c’era un’altra società. L’unica cosa buona – se così si può definire – di questo cambiamento improvviso (con le dimissioni in blocco del CDA) è che l’uscita di scena da parte di Agnelli e Nedved – tra gli altri – apre nuovi scenari che potrebbero essere più che interessanti.
Mentre si cerca di capire cosa sta succedendo e quali rischi ci sono, il nome di Pinturicchio rimbalza come un mantra salvifico: lui calma gli animi. “Quando si parla di Juve c’è qualcosa che mi coinvolge, non conosco i piani. Ancora non mi hanno chiamato, ho ancora casa a Torino”. Tradotto: Juve, aspetto solo te. Del Piero vive ugualmente, si è reinventato come imprenditore, ma è chiaro che un ruolo in bianconero gli farebbe piacere. Una sorta di “ricompensa” che non c’è stata in passato.
Juventus, Del Piero simbolo del riscatto
Ormai più di dieci anni fa, ma non ancora così lontano per essere dimenticata. Alex Del Piero ha rotto con Agnelli e soci, non ha gradito – anche se in perfetto stile Juve non ha mai detto nulla – com’è stato trattato dopo l’addio al calcio. Messo alla porta come uno qualsiasi. Ora quella porta potrebbe riaprirsi, con una scrivania in dotazione pronta per essere occupata. La volontà ci sarebbe, ma Alex prende tempo: il riscatto va assaporato, ma ci sono anche altri fattori che fanno desistere l’ex trequartista.
In primis la Continassa, adesso, è una polveriera: lui ha già affrontato una tempesta, quella di Calciopoli nel 2006, seguendo i bianconeri in Serie B. Non era solo, con lui c’era Gigi Buffon. Two is meglio che one. Caricarsi sulle spalle una “bomba a orologeria” in solitaria (perchè questo è la Continassa adesso) non è semplice. Dovesse arrivare un’offerta, ci sarebbe da pensare. In gioco c’è anche la sua reputazione.
Tornare tra suggestione e azzardo
Oggi ai massimi, ma al primo errore potrebbe essere ridimensionata: Pirlo insegna, ed era molto meno importante di Del Piero nello spogliatoio bianconero. In campo idolatrato, in panchina accusato. Del Piero, qualora rientrasse, farebbe il dirigente. Quindi camminerebbe sui carboni ardenti. I tifosi non aspettano altro, ma poi sarebbero pronti a reggere il contraccolpo? Lo perdonerebbero in caso – remoto, ma non così tanto – si dovesse passare dalla padella nella brace?
“Fino alla fine”, d’accordo. Ora, però, l’epilogo è vicino sul serio. Non è detto che sia un lieto fine e Del Piero si domanda quanto potrebbe scottarsi gettandosi nel fuoco. Finora ha dato una risposta equilibrata, ma se arrivasse davvero una proposta, allora dovrebbe sbilanciarsi. Tornare alla Continassa da protagonista, con le aspettative al massimo, incarnando il ruolo di “salvatore della patria”, ha i suoi pro e contro. Del Piero è fermo lì, con la lista di priorità. Al primo posto c’è sempre la Juve, ma non può evitare di fare i conti con sé stesso. L’idolo dei tifosi non ha più gli scarpini ai piedi, ora occorre capire quanto stringe quella cravatta.