Il giornalista Antonio Massari è intervenuto ai microfoni di Twitch TvPlay su calciomercato.it
Continua a tenere banco la questione legata al terremoto che ha colpito i vertici societari della Juventus. Cosa rischia la società bianconera con la questione plusvalenze? Il giornalista Antonio Massari è intervenuto ai microfoni di calciomercato.it per provare a fare chiarezza. Queste le sue parole.
SULLA QUESTIONE RONALDO – “Sono tre le carte trovate. Sono uno dei punti più complicati dell’indagine. La società nelle dichiarazioni ha sempre detto di essersi attenuta a principi interpretativi per il quale riteneva di potere fare quello che ha fatto. Deciderà il giudice. Per quanto riguarda la carta Ronaldo, il calciatore si era ridotto lo stipendio, nel Maggio del 2021 più o meno consapevolmente stringeva un accordo ulteriore. Gli accordi partivano da Luglio, sarebbero quindi stati indicati nel bilancio successivo. L’accordo era che Ronaldo aveva già rinunciato a quasi 20 milioni lordi di stipendio, e poi c’erano due condizioni ulteriori, la prima condizione era un premio fedeltà. Se nel Luglio 2021 fosse stato ancora tesserato con la Juventus avrebbe avuto diritto ad un premio fedeltà scaglionato in rate, e ci ritroviamo ai 20 milioni a cui aveva rinunciato. La prima della carte era quella in cui si annunciavano le altre due, e la società si impegna a depositare alla Federcalcio entro il Luglio tutto il contenuto delle scritture private. Non vi so dire se sia avvenuto o meno. Nella seconda si prevedeva il premio fedeltà. La terza scrittura prevede che se invece non si avvera la condizione precedente, ovvero non è ancora tesserato, riceve un incentivo all’esodo sempre della stessa cifra (19,5 milioni) della riduzione dello stipendio. Che resti o che vada via riprende quei soldi a cui aveva rinunciato, è una riduzione dello stipendio discutibile. Dal punto di vista penale la rilevanza sta nel fatto che la Juventus è quotata in borsa, e in quanto tale risponde a regole più stringenti. Se viene data soltanto l’informazione della rinuncia allo stipendio, e non vengono informati gli azionisti del resto, a quel punto non sono stati informati correttamente. Il punto è che devono essere messe a bilancio in maniera corretta”
COSA RISCHIA LA SOCIETA’ – “Rischiano un processo. Dopo di che sono reati non piccoli, che hanno la loro rilevanza perché si tratta di società quotata in borsa, e di una società che è una delle immagini dell’Italia e della famiglia Agnelli nel mondo. Se, e sottolineo se, dovessero stabilire di andare al processo questo farebbe molto rumore”.
LA DATA DI UN EVENTUALE PROCESSO – “Non so dire quando inizierebbe. I tempi della giustizia non sono velocissimi”.
SULLE TEMPISTICHE DEL PROCESSO – “A mio avviso la procura di Torino è stata rispettosa, non è stata una indagine molto lunga. Anche questo è stato un segno di rispetto”