Cristiano Ronaldo sulle orme del leggendario Pelé. Ecco perché è giusto che Cr7 lasci l’Europa per volare in Arabia Saudita
Al momento Cristiano Ronaldo è un disoccupato, anche se di lusso, dopo la traumatica rottura con il suo ultimo club, quel Manchester United che lo ha lanciato nel grande calcio, a seguito delle sue incendiarie dichiarazioni nella ormai famosa intervista in esclusiva al giornalista Piers Morgan.
Da allora è un continuo rincorrersi di voci sulla possibile futura destinazione di Cr7. Il fuoriclasse portoghese è stato accostato anche a club italiani, nella fattispecie, la Roma, sulla cui panchina siede il suo mentore José Mourinho con cui condivide lo stesso agente, Jorge Mendes, e il Napoli in virtù di un contatto che realmente c’è stato la scorsa estate.
Tuttavia, erano solo rumor, voci destituite di fondamento. Ora, però, un club fa sul serio tanto da avergli presentato un’offerta irrinunciabile. Secondo quanto riportato dal quotidiano sportivo spagnolo “Marca”, Cristiano Ronaldo sarebbe molto vicino ad apporre la propria firma sul contratto con l’Al Nassr, club dell’Arabia Saudita, alla fantascientifica cifra di 200 milioni di euro, tra ingaggio e accordi pubblicitari, in due anni e mezzo.
Cristiano Ronaldo in Arabia: perché è giusto lasciare l’Europa
Il fuoriclasse portoghese, dunque, ha deciso di abbassare le sue pretese essendo molto vicino a iniziare una nuova avventura in un campionato e in un contesto lontani anni luce dai riflettori del calcio d’elite. D’altronde, come si fa a dire di no quando letteralmente ti ricoprono d’oro? Non si può. E, infatti, molto probabilmente Cr7 dirà di sì anche perché nessun club europeo, nemmeno quelli della ricca Premier League o della MLS, può pareggiare una simile mostruosa offerta.
Non solo. Cristiano Ronaldo fa bene a lasciare l’Europa per volare in Arabia Saudita alla corte degli sceicchi e di Rudi Garcia, ex allenatore, tra le altre, della Roma, e attuale tecnico dell’Al Nassr. Nella famosa intervista di cui sopra Cr7 ha anche accennato alla volontà di chiudere la carriera a 40 anni, salvo poi precisare che se vincesse il Mondiale, appenderebbe immediatamente le scarpe al chiodo.
E’ evidente da ciò che, dopo una carriera in cui ha vinto tutto quello che c’è da vincere a livello personale e di squadra (a parte il Mondiale), Ronaldo abbia come unico stimolo quello di migliorare i suoi record personali per diventare il più grande goleador della storia del calcio. In fondo, per le statistiche un gol in Arabia Saudita vale quanto uno in Premier o in Champions League.
D’altronde, anche il leggendario Pelé ha realizzato la stragrande maggioranza dei suoi 1281 gol con la maglia del Santos nel campionato brasiliano, all’epoca come oggi non certo tra i principali e più impegnativi a livello mondiale, così come ha concluso la carriera nei New York Cosmos negli Stati Uniti, non esattamente un club che ha contribuito a scrivere la storia del calcio.