Con le dimissioni di Agnelli, la Juventus rinuncerà alla Superlega? Il gesto spiazza tutti i tifosi.
Andrea Agnelli si è dimesso dalla carica di presidente della Juventus, in accordo con il cugino John Elkann, nonché ad della Exor e uno dei principali azionisti del club bianconero. La società cambierà diversi volti in dirigenza, ma manterrà l’assetto sportivo e soprattutto la guida tecnica.
L’ormai ex numero uno bianconero ha voluto presenziare ad un evento organizzato a Roma con lo Juventus Club Parlamento, in cui hanno partecipato diversi esponenti della politica italiana. In quest’occasione, Andrea Agnelli ha rilasciato alcune brevi dichiarazioni sulla Juventus e sul futuro della squadra: “E’ una formazione all’altezza che può vincere qualsiasi cosa – ha spiegato – Io resterò il primo tifoso e le mie dimissioni non cambieranno i programmi del club“. Intanto, non è passato inosservato che l’ex dirigente della Juventus fosse in compagnia di una persona speciale: ecco chi era presente all’evento svolto nella Capitale.
Andrea Agnelli allo Juventus Club Parlamento: l’indizio sulla Superlega
Stando quanto riportato da ANSA, Agnelli si è recato allo Juventus Club Parlamento assieme all’amministratore delegato della Superlega Bernd Reichart. Insomma, di certo la Vecchia Signora non sta vivendo il suo miglior periodo dal punto di visto sportivo e gestionale. Ma gli obiettivi sono chiari, come ha detto proprio l’ex presidente bianconero. E tra gli obiettivi, c’è sicuramente la volontà di cambiare il sistema e format dei tornei.
Non a caso, la Juventus è tra i promotori della Superlega, competizione promossa nella primavera del 2021 e lasciata in cantiere, per via delle numerose polemiche dei tifosi di tutta Europa. I bianconeri sono decisi a portare avanti il progetto assieme al Real Madrid e al Barcellona, al costo di scontrarsi con l’UEFA. Dunque, la presenza di Reichart è abbastanza significativa. D’altronde, di recente lo stesso ad della Superlega ha svelato che diverse altre società d’Europa sarebbero interessate alla competizione, a differenza di quanto affermano Ceferin e gli altri vertici dell’organo europeo, i quali sostengono la morte del progetto.