La Danimarca è in prima fila contro la FIFA e il Qatar scelto come sede dei Mondiali. La protesta coinvolge i tifosi e gli sponsor
Un anno fa in Danimarca qualcuno mise un cappellino bianco sulla testa della Sirenetta, forse il monumento più noto della nazione a Copenhagen, e la coprì parzialmente con un cartello. C’era scritto: “15 mila morti in Qatar, hurrah per i Mondiali”.
La Danimarca si era appena qualificata per la fase finale della Coppa del Mondo. Un anno dopo, il mood non sembra cambiato di molto. E non c’entra il poco spettacolare 0-0 all’esordio contro la Tunisia.
Secondo un sondaggio del quotidiano nazionale Politiken, come riporta The Athletic, quattro danesi su dieci sono convinti che la nazionale avrebbe dovuto boicottare il Mondiale.
L’eco di questa posizione è arrivata anche in Qatar. Jesper Moller, presidente della Federcalcio danese, ha detto senza mezzi termini che non sosterrà la rielezione di Infantino alla presidenza della FIFA e ha messo in chiaro tutta la sua delusione per il divieto di utilizzo della fascia One Love. “Non ho mai visto niente di simile. Non sono semplicemente deluso, sono arrabbiato” ha detto.
Anche Hummel, lo sponsor tecnico che fornisce le maglie alla nazionale, ha contribuito a far passare messaggi chiari. La FIFA ha bocciato l’ipotesi della scritta “Diritti umani per tutti” sulle maglie, ma ha comunque cancellato il suo logo e quello della Federcalcio dalle divise. Un modo per dissociarsi che si unisce alla terza maglia tutta nera, il colore del lutto, che secondo quanto riporta The Athletic è sold out a Copenhagen.
Danimarca, i tifosi contro i Mondiali
https://youtu.be/0Zc7JzaCV54
Non deve sorprendere, se si considera la posizione del principale gruppo organizzato di tifosi della Danimarca, i Danske Fodbold Fans. “Il calcio è ostaggio di governanti autoritari e affamati di potere, ricchi uomini ingordi e leader incompetenti. Il solo modo con cui possiamo riprendercelo è dire basta, e boicottare il più grande evento calcistico è il modo migliore per cominciare“.
Non è andata così, ma in Qatar si stimano tra i 600 e gli 800 tifosi dalla Danimarca, dieci volte meno di quanto successo negli ultimi tornei internazionali.
Il segretario generale della divisione danese di Amnesty International ha spiegato perché la nazione scandinava sia così evidentemente in prima fila nelle proteste contro il Mondiale in Qatar.
“Dipende dalla nostra cultura, quasi tutti noi siamo cresciuti in un circolo sportivo e tanti hanno giocato a calcio con i nostri genitori che ci accompagnavano da qualche parte” ha detto Vibe Klarup.
“Non siamo solo consumatori che guardano uno spettacolo, noi siamo le nostre squadre di calcio e i tanti soldi ci stanno togliendo qualcosa di nostro. Poi la corruzione, il mancato rispetto dei diritti umani ci fanno sentire sotto attacco. E’ in pericolo tutta la nostra cultura, non è solo uno spettacolo”.