Tra storia e fede, la motivazione “regale” e “mistica” alla base del colore “bleus” di tutte le Nazionali della Francia
Dopo il brillante esordio contro l’Australia, liquidata con un perentorio 4-1, la Francia, campione del mondo in carica, ha già nel mirino gli ottavi di finale che sarebbero aritmeticamente certi in caso di vittoria contro la Danimarca che in classifica vanta un solo punto, frutto del pari al debutto contro la Tunisia.
Gli uomini di Didier Deschamps, nonostante le defezioni eccellenti di Karim Benzema, di Paul Pogba e di N’Golo Kantè, hanno ben impressionato contro gli australiani mettendo in mostra un Mbappè in grande spolvero e un Giroud cecchino infallibile.
Con la doppietta con cui ha impallinato i “canguri” il milanista ha raggiunto Thierry Henry in testa alla classifica all time dei cannonieri francesi dimostrando così che il “gol non ha età“. A 36 anni suonati l’ex Chelsea non fa rimpiangere il Pallone d’Oro 2022, motivo per il quale per molti addetti ai lavori la Francia è la più autorevole candidata a succedere a se stessa nell’albo d’oro della Coppa del Mondo.
Francia, l’origine “regale” e “mistica” del colore blu della maglia
“Allez lez bleus“, dunque, il coro che i tifosi transalpini intonano per incitare i loro beniamini. A proposito, sapete perché il colore della maglia di tutte le Nazionali francesi è bleus, cioè azzurro, come quelle dell’Italia?
Ebbene, la motivazione alla base di tale scelta cromatica non ha nulla di calcistico. L’azzurro, infatti, è il colore che connota la monarchia francese da quando il Re Filippo II Augusto (1180-1223) lo assunse come tale ispirandosi alla tunica, azzurra appunto, della Madonna che, secondo la tradizione, sarebbe conservata nella Cattedrale di Chartres, tra le più importanti di Francia e di tutta la cristianità.
Tuttavia, secondo un’altra versione di tale storia, il Re Filippo II Augusto trasse ispirazione dalla Cappa di San Martino, reliquia che i suoi predecessori esibivano in battaglia, rifiutando così il rosso che fino ad allora denotava la regalità. Del resto, l’azzurro venne “importato” in Europa dall’Oriente sull’onda del cristianesimo che, sulla base di una più che intuitiva analogia, lo considerava il colore del cielo e quindi del Regno di Dio.
Beh, ora sapete perché quando Mbappè, Giroud e Rabiot indossano la maglia “bleus” della Francia così divinamente…