Mondiali 2022, grande commozione e tifosi in lacrime per l’inaspettato dietrofront andato in scena allo stadio “Ahmed bin Ali” di Al Rayyan
Eppur si gioca in Qatar, verrebbe voglia di dire. Dopo la protesta inscenata dai calciatori della Germania, mano sulla bocca nella foto di rito prima del match (perso per 2-1) contro il Giappone, è addirittura sceso il campo il Parlamento europeo entrando a gamba tesa sulla FIFA.
L’Eurocamera, infatti, ha condannato la morte di migliaia di lavoratori migranti impiegati nella costruzione degli stadi dove si disputano le partite della Coppa del Mondo chiedendo nel contempo alla massimo organo calcistico mondiale e al Qatar risarcire tutte le vittime.
Inoltre, con una risoluzione adottata all’unanimità gli eurodeputati hanno stigmatizzato la “dilagante, sistemica e profondamente radicata” all’interno della FIFA oltre a deplorare la mancanza di trasparenza che ha caratterizzato la scelta del Qatar come Paese ospitante dell’edizione 2022 della massima competizione calcistica.
In mezzo a tutto ciò, oggi sono in programma i match della seconda giornata dei gruppi “A” e “B” che potrebbero già rivelarsi decisivi per la qualificazione agli ottavi di finale. In campo, quindi, anche l’Iran, reduce dal “set” rimediato per mano dell’Inghilterra, contro il Galles che all’esordio ha pareggiato per 1-1 contro gli Stati Uniti.
Eppure, più che i 6 gol (contro 2) subiti dai Sudditi di Sua Maestà Carlo III a guadagnarsi le prime pagine dei giornali è stata la silenziosa protesta degli iraniani che non hanno cantato l’inno in solidarietà con i loro connazionali vittime della dura repressione da parte delle forze di sicurezza della Repubblica Islamica.
Ebbene, nel match contro il Galles i giocatori della Nazionale iraniana hanno cantato l’inno. Una retromarcia non così inaspettata visto che la situazione in Iran è sempre più incandescente come dimostrano l’arresto di una nipote dell‘Ayatollah Khamenei e di un calciatore, Ghafouri, per il loro sostegno alle manifestazioni di protesta che da due mesi, dalla morte della 22enne Mahsa Amini, scuotono la teocrazia iraniana.
Anche per questo grande commozione nel corso dell’esecuzione dell’inno iraniano, con alcuni tifosi presenti sugli spalti dell’ “Ahmed bin Ali” di Al Rayyan che sono scoppiati in lacrime mentre altri indossano t-shirt che inneggiano alla libertà delle donne iraniane.
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