Nella diretta Twitch, Luis Enrique ha risposto sulle abitudini piccanti dei suoi calciatori, allineandosi a quanto detto da Conte e Guardiola.
Luis Enrique sta assolutamente rivoluzionando, come da programma, il rapporto con i propri tifosi. Aveva detto, effettivamente, di volerlo fare, annunciando la sua idea di fare delle dirette streaming per il periodo in cui sarà in Qatar con la Spagna. Un modo per abbattere ogni tipo di mediazione giornalistica, ma anche barriera dal punto di vista tematico.
Per questo motivo, il ct iberico risponde spesso anche alle domande più bizzarre spesso assenti in una conferenza stampa. Dal “cosa hai mangiato oggi?“ ad altre questioni che non sempre sono attinenti al Mondiale in corso ed allo stato di forma della sua squadra. L’ultima, in particolare, ha dato vita ad un momento molto esilarante in quanto riguardante le limitazioni in ritiro sulle prestazioni… a letto.
Luis Enrique come Conte: “A letto con il partner? È una cosa molto…”
Alla domanda di un tifoso, l’ex Barcellona non si è affatto trattenuto: “Qui siamo in ritiro, ma in generale è una cosa molto normale“. Nessuna particolare limitazione, dunque. Una scelta per nulla scontata, dati i tanti allenatori che invece in passato hanno spesso posto dei veti. “Non mi importa se fanno l’amore o no. Se lo fanno, è perché ne hanno bisogno, quindi va bene. Farlo con buon senso, ma con chi vuoi, moglie o partner, rientra nella normalità”.
In una linea speculare, la sua, a quella di Pep Guardiola, che in passato aveva parlato chiaramente, anche con un pizzico di ironia: “È impossibile giocare bene a calcio senza fare l’amore con le proprie compagne. Impossibile. Anzi, più ne fanno e meglio è“. Simile anche il modo di ragionare di Antonio Conte, che ha soltanto raccomandato il minor sforzo possibile, con posizioni che fossero adeguate.
“Da calciatore,” ha concluso infine Luis Enrique, “quando non ero in ritiro facevo ciò che dovevo fare con mia moglie“. Parole molto franche, che vanno ad abbattere quello che per molti altri colleghi, come ad esempio lo era per Arrigo Sacchi, è considerato ancora oggi un ostacolo alla miglior prestazione sportiva possibile.