Javadi a TvPlay: “L’arresto di Ghafouri? Rischia di condizionare. Giocatori sotto pressione”

L’esperto di calcio iraniano Saman Javadi è intervenuto ai microfoni di calciomercato.it nella trasmissione in onda su Twitch TvPlay.

E’ arrivata all’improvviso la brutta notizia dell’arresto del calciatore iraniano Voria Ghafouri propaganda contro lo stato. L’esperto di calcio iraniano Saman Javadi è intervenuto ai microfoni di calciomercato.it per commentare la notizia e i possibili risvolti.

SU GHAFOURI“E’ un giocatore che ha partecipato a diverse competizioni anche a livello internazionale ed è conosciuto dal ct della nazionale italiana e dai giocatori. Questa notizia state sicuri è già arrivata in ritiro il Qatar, e influirà sulla gara che dovranno giocare contro il Galles. Solo qualche ora dopo l’arresto l’amministratore delegato del suo club ha rilasciato le dimissioni, che è un segnale importante. Se rischiano di avere osato troppo arrestando così tanti calciatori? La cosa è sfuggita di mano. Non puoi fermare tutti…”

SE I GIOCATORI PRESENTI AL MONDIALE RISCHIANO O MENO RIPERCUSSIONI – “Apparentemente no. Perché non hanno preso una posizione direttamente contro il governo. Non hanno fatto un invito alla ribellione. Ghafouri invece ha preso una posizione netta contro il Governo sulla ribellione. Non era la prima volta. Non è stato più convocato in nazionale dal 2019 perché aveva criticato l’ex ministro degli esteri. Aveva detto “I problemi non sono nemici esterni ma interni” . E’ bastato questo per fare pressioni”.

SUL DIFFICILE MOMENTO PER I GIOCATORI – “I giocatori sono tutti sotto pressione. Qualche giorno prima dell’inizio del mondiale è stata pubblicata un’intervista fatta alla mamma di Taremi. Hanno raccontato la sua vita, messo nome e cognome…non credo che al giocatore abbia fatto piacere questa pubblicità. Credo che questa cosa lo abbia stressato”.

SULLE PRESSIONI SUI GIOCATORI – “Non aver cantato l’inno non è motivo per essere arrestati. Loro sono stati sotto pressione non solo per l’interno, ma anche dall’estero per non partecipare al mondiale. L’accesso a Internet li è molto limitato. I gruppi armati di dissidenti presenti all’estero hanno pesantemente minacciato i giocatori qualora avessero giocato il mondiale.”

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