Bernardeschi, che cambiamento al Toronto: le tappe della “rinascita”

Federico Bernardeschi, l’uomo dai due mondi. Il centravanti è nel Toronto insieme a Insigne, il cambiamento è incredibile.

Federico Bernardeschi e le seconde opportunità: l’attaccante del Toronto fa i conti con il passato e vive il presente appieno. Esplode in viola, con la Fiorentina, poi la consacrazione in bianconero e l’arrivo al Toronto dopo un’ultima parte altalenante in Serie A. La volontà di dimostrare che non fosse tutto già deciso è forte, in Canada ci sono soldi e occasioni. Il calciatore prende entrambi e parte: al Toronto gioca bene, al fianco di qualche vecchia conoscenza.

Bernardeschi Qatar
Bernardeschi sul Mondiale in Qatar (ANSA)

Il 10 sulle spalle non pesa, anzi galvanizza. Cambia look e riprende a segnare. Quello per cui è stato chiamato. Dare spettacolo diventa il suo forte, Mancini lo guarda e riflette in chiave Nazionale. Cuore azzurro sempre. Anche adesso che tutti, o quasi, sono al Mondiale e l’Italia no. Bernardeschi ci rimette la faccia, ospite al Circolo dei Mondiali e parla anche di argomenti importanti come la volontà di schierarsi in favore di temi fondamentali come il rispetto e la tolleranza verso ogni tipo di genere.

Bernardeschi, sempre più leader a Toronto: il messaggio importante per i Mondiali

Per questo la mano arcobaleno, in risposta al provvedimento della FIFA che intende ammonire tutti coloro che portano la fascia da capitano variopinta in segno rispetto e considerazione di certe battaglie. Certi temi toccano chiunque e Bernardeschi lo ribadisce alla propria maniera, in modo schietto e consapevole: “È importante fare i conti con determinate realtà. Allora è davvero importante sentirci tutti parte di qualcosa e non girare la testa”.

Bernardeschi mano colorata
L’attaccante con la mano arcobaleno in segno di rispetto e condivisione (ANSA)

Parole forti che significano anche la voglia precisa di riscattarsi: il Toronto come tramite per la Nazionale Azzurra. “L’Italia – dice Bernardeschi deve tornare protagonista. Faremo di tutto per non essere più spettatori in momenti come questi”. Anche se, secondo il calciatore, spettatore è chi sta a guardare mentre il mondo cambia decidendo di non schierarsi. Per questo, anche se lontano, ha voluto tendere la sua mano. In tutti i sensi.

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