Rabiot ha esordito in maniera straordinaria al Mondiale. Il gol certifica il suo momento d’oro, mentre la Juventus mastica un po’ amaro.
La stagione di Adrien Rabiot era iniziata con i soliti due schieramenti. L’uno, decisamente più nutrito, di quelli che imputavano scarsissima qualità, o perlomeno eccessiva passività in campo, e l’altro, fatto invece di coloro che ricordavano tutti gli allenatori che – nonostante le critiche – continuavano e continuano ad affidarsi a lui tra i titolarissimi.
Ed a tre mesi dall’inizio di stagione, a gonfiare il petto sono proprio i secondi, ma anche Massimiliano Allegri e Didier Deschamps. Nella Juventus, infatti, il transalpino è diventata una figura chiave della riscossa bianconera in classifica, in particolare dopo il gol contro l’Inter (che era stato preceduto dalla doppietta contro l’Empoli).
E l’incredibile momento di forma del ventisettenne centrocampista, evidentemente, sta proseguendo con Les Blues, di cui è stato tra i migliori nella prima partita al Mondiale, contro l’Australia. Un gol e tante ottime giocate per lui, che ora ha agli occhi di tutti addosso, in un momento che potrebbe rappresentare la svolta definitiva della sua carriera.
Con la Francia, in realtà, la prestazione di spessore sorprende meno. La questione, in realtà, ruota molto attorno al gol. Allegri gliene ha sempre chiesti, per far fare un salto di qualità alla propria squadra. Deschamps, invece, ne ha più bisogno che mai, perché al Mondiale, quest’anno, Rabiot non avrà “attenuanti”. Prima, che la Francia giocasse bene o meno a centrocampo, quasi tutto il merito e le “colpe” ricadevano su N’Golo Kanté e Paul Pogba, trascurando con molta miopia le performance dello juventino.
Che in questo Mondiale, invece, non potrà contare sui due straordinari compagni. Alla prima, però, accompagnato da Aurelien Tchouameni e Antoine Griezmann, Rabiot ha brillato come una star, e come da più di un mese stava facendo con la Juventus. Effettivamente, a questi livelli, ed in maniera così evidente, il miglioramento nella resa non può che essere ricondotto alla sfera mentale, oltre che al contesto tattico che lo mette nelle migliori condizioni.
Con queste premesse, il Mondiale può essere decisivo per il resto della sua carriera, mentre il suo club mastica forse un po’ amaro. Il suo arrivo, a parametro zero, era pensato anche per monetizzare. Ma se nelle stagioni precedenti la sua resa non è stata delle migliori, alla fine di quest’anno che pare essere in un certo senso “esploso”, la Juventus lo perderà. A meno di clamorose cessioni a gennaio, infatti, il numero 25 andrà via a scadenza di contratto.
Dal canto suo, poi, Rabiot non vuole scendere dalla “nuvola”. Con questi standard, compreso il Mondiale, su ogni tavolo delle trattative potrebbe alzare le richieste, anche nel remoto caso in cui a Torino provassero a trattenerlo. Aspettando le prossime partite, l’ex PSG continua a conquistarsi estimatori, e questo potrebbe portarlo anche verso una nuova tappa molto importante, in un club non solo prestigioso, ma anche disposto ad assecondare le proprie pretese, legittimamente sempre più alte.
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