Cristiano Ronaldo sta vivendo un momento veramente delicato, dal sogno di tornare al Manchester United all’incubo targato Red Devils.
La rescissione consensuale apre un nuovo capitolo della saga infinita fra Cristiano Ronaldo e il Manchester United. Tutto è diventato ufficiale con un comunicato stringato e senza grande enfasi, cosa comunque inevitabile vista la diatriba fra club e giocatore.
Il finale è dei peggiori e arriva proprio durante i Mondiali di Qatar. CR7 non ha ancora esordito con il Portogallo, gara in programma giovedì 24 novembre 2022 contro il Ghana. Nel frattempo il procuratore Jorge Mendes valuta ad ampio raggio cosa fare, nonché scegliere la migliore destinazione per il proprio assistito.
Cristiano Ronaldo, addio al Manchester United: cosa accadrà adesso?
L’intervista rilanciata da Ronaldo ha fatto traboccare il vaso, da qui la decisione di procedere con la separazione consensuale. Ognuno per la propria strada, non senza qualche problema di troppo. Sta di fatto che per il futuro ci sarebbero diverse opzioni al vaglio, non sondaggi e rifiuti come quanto avvenuto la scorsa estate, da qui l’unica scelta targata United. Al momento concertazione massima visti i Mondiali di Qatar in corso.
L’ipotesi PSG sarebbe difficile vista la presenza di tre giocatori imprescindibili come Neymar, Mbappé e Messi, a meno che la società non decida di far arrivare Ronaldo, dopo la cessione di una delle stelle. “Io e Leo insieme? Tutto è possibile e mi piacerebbe. Messi è un calciatore incredibile, magico“, ha spiegato CR7 durante l’intervista. L’ipotesi è al momento poco realizzabile, ma le vie del calciomercato sono infinite.
La tentazione potrebbe però arrivare dall’Arabia Saudita, luogo dal quale sarebbe partita tempo fa una proposta da 300 milioni di euro, ipotesi successivamente scartata dal fuoriclasse. L’Al Hilal è un club che non si farebbe problemi a spendere questa cifra, sapendo soprattutto il risvolto della medaglia sul fronte sponsor e merchandising. Non da escludere l’ipotesi Chelsea con il nuovo tecnico Graham Potter, così come la Major League Soccer. Da un lato guadagnare veramente tantissimi soldi, molti di più di quelli che potrebbe ottenere in Europa, dall’altro la voglia di non sparire dai radar del calcio che conta.