Al-Shehri regala la vittoria all’Arabia Saudita. Il successo contro l’Argentina, però, è storico: rivoluzione nel Paese.
Talvolta basta poco per tornare a sognare. Anche un gol quando meno te lo aspetti. l’Arabia Saudita annulla l’Argentina dei campioni con due gol a uno. Quanto basta, la firma di Al-Shehri consegna alla storia un capitolo inaspettato: quello che vede uscire dal campo Messi con le mani nei capelli e un popolo – tutto – iniziare a festeggiare. Senza tensioni, litigi, avversità.
Il calcio spesso dicono che sia soltanto uno sport, ma l’indignazione di questi giorni al Mondiale – per cercare di far rispettare i diritti umani – dimostrano che non è così. Il calcio è vita, la stessa che mettono i bambini nei sorrisi commossi dopo un successo senza precedenti. Contagiano anche gli adulti: il velo di apprensione si squarcia e passano soltanto le lacrime di commozione.
Al-Shehri fa sognare un popolo: il suo gol riscrive la storia
Territori controversi, che il più delle volte vengono ricordati per guerre e cronaca, stavolta si rifanno il look e festeggiano. Senza sosta, inesorabilmente. Non se l’aspettava nessuno una vittoria così, per questo forse è ancora più bella: il segno che Davide contro Golia vale ancora. E non è detto che il successo stia sempre e solo da un’unica parte. Qualche volta vince anche l’inaspettato.
Proprio per questo il 23 novembre in Arabia Saudita è festa nazionale. Re Salman ha rimandato tutto il possibile: il Paese si ferma ed esulta. Omaggia la storia. Quella che non conosce limiti e soprattutto non sempre è scritta dal più forte. Stavolta l‘Argentina resta a guardare in una danza senza tempo fatta di abbracci e pacche sulle spalle: il calcio sa essere anche cultura, perchè i musei – come qualunque altro centro ricreativo – in questo giorno saranno aperti gratis. Tutti devono poter godere in maniera diversa del successo. Undici giocatori in campo, una nazione che li aspetta fuori. La finestra sulla felicità passa da Riyad.