Ola Solbakken è un giocatore della Roma. A partire da gennaio, l’ex Bodo giocherà con i giallorossi: come cambia l’attacco di Mourinho.
Ola Solbakken atterra a Fiumicino e con i piedi per terra torna anche la Roma. L’attaccante, in grado di fare anche l’ala destra, firmerà un contratto con i giallorossi fino al 2027. Il norvegese, però, non partirà con il resto della squadra per la tournée in Giappone: 24enne che si è detto molto orgoglioso di essere nella Capitale. Giocare con la Roma è sempre stata una sua volontà. Ora cambia tutto: la voglia e diventata proposito e, quindi, realtà.
Un monito che serve anche al resto dei giallorossi. Da gennaio comincia un’altra stagione: non è una metafora perchè, oltre al tempo trascorso senza Serie A, la differenza sarà data dalle consapevolezze. Mourinho ne ha già una: tutti sono utili, nessuno è indispensabile. La vicenda Karsdorp ha fatto capire che non ci sono immuni alle strigliate. La condotta e l’atteggiamento dovranno cambiare, pena l’allontanamento: l’olandese si cercherà un’altra squadra, ma non è l’unico sul banco degli imputati romanista.
Roma, Solbakken arriva a Fiumicino: attacco sotto esame
L’altro colpevole illustre si chiama Tammy Abraham: una prima parte di stagione con il freno a mano tirato. Sembra la fotocopia dell’attaccante che ha trascinato la Roma lo scorso anno, Mourinho mastica amaro e si scaglia anche contro di lui. A differenza della sfuriata fatta al terzino, l’attaccante non verrà toccato: resta dov’è, ma deve dare risposte perchè la rendita è finita, per tutti. Ciascuno dovrà farsi un esame di coscienza per non rischiare di perdere credibilità e spazio.
Il tecnico portoghese si metterà in discussione per primo, ma è chiaro che la Roma non aspetta più nessuno: o rendi o il rapporto cessa di esistere. Karsdorp è il primo dei depennati, Abraham è in forte rischio. L’arrivo di Solbakken testimonia la volontà di mettere mano al reparto offensivo. Gli attaccanti si daranno battaglia, con tutti gli effettivi a disposizione avere il posto da titolare sarà un’impresa. Per questo le scuse ufficiali di Abraham non bastano più.