Inghilterra-Iran è molto più di una partita di calcio: pianti, fischi, inni non cantati e slogan femministi. E’ successo di tutto al secondo giorno del Mondiale.
Che fosse una partita ad alto tasso di interesse, specialmente politico, lo sapevamo sin dal giorno dei sorteggi. Inghilterra e Iran hanno dato vita ad un match storico, soprattutto per i messaggi non tanto nascosti inviati dalle due nazionali all’indirizzo di tutto il Mondo. D’altronde, quale migliore occasione se non un Mondiale per alzare la voce?
E pensare che la FIFA pochi giorni fa aveva chiesto alle 32 partecipanti di non portare in campo la politica e lasciar parlare solo il pallone. Motivo per cui l’organo internazionale ha praticamente minacciato le federazioni europee che avrebbero voluto giocare con la fascia al braccio “OneLove”, contro ogni tipo di discriminazione. Un messaggio inclusivo, com’è stata la cerimonia d’apertura poco prima di Qatar-Ecuador. Ma per la FIFA non ci sono stati versi.
Tanti i momenti toccanti al Khalifa International Stadium, specialmente prima del fischio iniziale. Ecco tutte le immagini della sfida valida per la prima giornata del girone B: Inghilterra e Iran hanno lanciato importanti segnali ai loro Paesi e non solo.
Circa un mese fa, la partecipazione dell’Iran sembrava messa in dubbio a causa della situazione interna. Il Paese è in subbuglio. Gran parte del popolo iraniano scende in piazza regolarmente contro il proprio regime per difendere i diritti delle donne e più in generale per la libertà. In Qatar non sono mancati dimostrazione di vicinanza per i militanti. Un paio di tifosi allo stadio hanno esposto due cartelloni significativi: Women, Life, Freedom, lo slogan del movimento delle femministe curde.
Durante l’inno iraniano, i calciatori della nazionale di Queiroz non aperto bocca. Alla vigilia della partita il capitano dell’Iran Hajsafi aveva lanciato una frecciata al proprio governo, affermando che la gente fosse infelice sotto questo regime. E così, per solidarietà alle lotte, ai movimenti sociali e alle decine e decine di morti, i giocatori hanno scelto di non cantare l’inno. Non sono mancati i fischi dagli spalti, ma la regia internazionale ha inquadrato anche il volto di una tifosa iraniana che applaudiva ai suoi beniamini, visibilmente in lacrime.
Inghilterra-Iran è già storia anche per il primo God Save The King al Mondiale in omaggio al Re Carlo III. Subito dopo i saluti tra le rispettive squadre, Harry Kane si è spogliato della tuta e ha mostrato la sua fascia da capitano. Come preannunciato, il riconoscimento non è quello di OneLove, ma la fascia blu presenta una stretta di mano. Inoltre, l’intero gruppo britannico si è inginocchiato prima del fischio d’inizio, contro ogni tipo di discriminazione.
Insomma, tutt’altro che una semplice partita di calcio. Le due nazionali hanno messo la propria faccia a tutela dei diritti. E per alzare la voce, l’Iran ha scelto proprio il silenzio.
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