Andrea Stramaccioni, conosciuto prevalentemente per l’avventura all’Inter e poi la parentesi sulla panchina dell’Udinese. Cosa fa oggi.
Andrea Stramaccioni è quel tipo di allenatore che in Italia fa fatica a emergere: nel campionato attuale c’è bisogno di immediatezza, mentre Strama – come lo chiamano colleghi e compagni – è abituato a lavorare sul lungo corso. A curare un progetto: un allenatore vecchio stile che mescola modernità a capacità, ma la pazienza non sempre premia. Rispetto alle esigenze odierne in Italia, Stramaccioni risulterebbe sopravvalutato. Invece non è altro che ciò a cui bisognerebbe tendere.
L’ex Inter e Roma, infatti, è artefice di quella costruzione dal basso che, spesso, viene reintrodotta solo a parole. Per lo stesso motivo anche Zenga ha pagato dazio rinunciando a opportunità di allenare nello Stivale. La situazione resta immutata, anche se persino allenatori come Roberto Mancini ora cominciano a capire l’importanza di scommettere su nuovi talenti in mezzo al campo: gli emergenti di oggi sono i talenti di domani.
Inter, Stramaccioni tra presente e futuro: cosa fa l’ex tecnico nerazzurro
Mantra che Stramaccioni ha sempre fatto suo, insieme a una celebre massima: “Bene, bene”. Intercalare che usa spesso quando le cose si mettono per il verso giusto: nota una sua replica, anche piuttosto accesa, nei confronti di Ilaria D’Amico che lo accusava – in qualche maniera – di essere troppo severo con i suoi calciatori. Ironicamente ha addirittura scomodato la parola mobbing: “Non lo ripetere che fa ridere – rispose Stramaccioni – il mobbing a un calciatore che prende milioni è un insulto a chi lavora seriamente”.
Oggi, tuttavia, Stramaccioni è un’altra persona: allena come al solito, ma ha preso un aereo per il Qatar. È sulla panchina della compagine qatariota del Al Gharafa. Realtà del Medio Oriente con cui si sta comportando discretamente. Conosce l’ambiente meglio di chiunque altro, per questo trova spazio nella squadra della RAI. Seconda voce e opinionista ai Mondiali in Qatar. Poteva esserci solo lui, il giusto riscatto dopo anni (passati, ma non ancora così lontani) in cui veniva ridimensionato. Il tempo è galantuomo, Stramaccioni ha saputo aspettare e chissà che dopo il Mondiale non possa aprirsi un’altra porta con vista sull’Italia.