“Devo riflettere”, enigma Mourinho: cosa c’è dietro la frase dello Special One. Considerazioni amare del tecnico lusitano dopo Roma-Torino
Un finale molto amaro e a dir poco deludente. La Roma chiude nel peggiore dei modi il primo intenso segmento di stagione: la squadra giallorossa nelle ultime tre gare di campionato contro Lazio, Sassuolo e Torino ha raccolto la miseria di due punti, scivolando fino al settimo posto in classifica.
Dopo l’1-1 rimediato in pieno recupero contro i granata grazie soprattutto all’ingresso di Paulo Dybala che ha impresso una svolta al match dell’Olimpico, Josè Mourinho si è presentato ai microfoni di DAZN per analizzare non solo il match contro la squadra di Juric, ma un intero periodo, l’ultimo, in cui la Roma ha deluso parecchio.
Spenta, distratta, involuta, fragile: tutti i difetti peggiori racchiusi in una sola squadra. Così i giallorossi si sono mostrati in questo ultimo segmento di stagione a ridosso della lunga pausa legata ai mondiali di calcio del Qatar che prenderanno il via tra una settimana.
“Ci sono dei giocatori che hanno un livello bassissimo, dobbiamo riposare. Dal punto di vista individuale alcuni devono fare un’autoriflessione, un’autocritica che farò anche io con me stesso. La mentalità la fanno i giocatori. Si parla tanto di cultura di club, di tifoseria e città, ma secondo me no, tutto si costruisce con la mentalità dei giocatori”.
Mourinho, tutto ruota intorno al concetto di autocritica
Nella lunga, articolata e stimolante conferenza stampa che ha visto il tecnico portoghese protagonista dopo la partita, questa frase tra le altre ha sollevato molti dubbi e qualche legittimo quesito. In cosa consiste questa famigerata autocritica che lo stesso Mourinho sente di dover fare?
Una risposta univoca non c’è, anche perchè lo stesso allenatore lusitano non ha voluto approfondire il concetto appena accennato. Ma conoscendo la personalità, il carattere e le sfrenate ambizioni di un allenatore del suo calibro, l’autocritica che si è imposto di fare durante la pausa mondiale potrebbe legarsi alla scelta di rimanere nella Capitale l’estate scorsa.
Dopo la conquista della Conference League, Mourinho è stato avvicinato da almeno un paio di club, con potenzialità economiche superiori a quelle della Roma. Ma dopo aver aascoltato le loro offerte, ha preferito soprassedere accettando di guidare ancora la Roma dei Friedkin almeno per un’altra stagione.
Ed è probabile che alla fine, nonostante gli arrivi di Wijnaldum e Dybala, lo Special One confidasse in almeno un altro paio di rinforzi di qualità che alla fine non sono arrivati. Per questo è possibile che alla fine della stagione l’allenatore di Setubal possa decidere di lasciare la Capitale per tentare una nuova avventura altrove.