Dzeko sempre più leader nerazzurro. Due gol con l’Atalanta e il Cigno di Sarajevo sale ancora nelle gerarchie: resta il rebus rinnovo.
Dzeko prende per mano l’Inter e la trascina fuori dal pantano. 3-2 contro la Dea, ma non è questione di fortuna o carattere: la differenza l’ha fatta il canto del Cigno. Il bosniaco ha bussato due volte dalle parti di Gasperini: una doppietta pesantissima non solo in chiave tattica. Quello che emerge al termine della partita, ma anche durante il match, è che l’Internazionale è a trazione bosniaca. Tradotto: senza Dzeko non può stare. Al momento l’ex Roma fa la differenza, riesce a metterla dentro, che è quello che conta più di ogni cosa nel calcio.
Figuriamoci per un attaccante che, da quando è in nerazzurro, è stato accolto sottotono per poi riguadagnarsi la fiducia di tutti. Proprietà compresa: i vertici avevano puntato su Lukaku, l’ex City doveva essere un rincalzo di lusso. Il tempo e gli infortuni hanno invertito i ruoli e sovvertito le gerarchie. Ora comanda il bosniaco: l’attacco è suo e anche una parte dell’Inter lo segue a spada tratta. Ogni pallone è per lui: certezza. Questo ha chiesto Inzaghi e l’attaccante esegue, abnegazione che va ripagata con altro. Magari quel rinnovo che non arriva ed è il momento di improntare.
La situazione è chiara: Dzeko vuole rimanere. La Serie A è casa sua, con la famiglia in Italia sta bene, ma c’è il nodo ingaggio. Un rebus legato all’età: 37 anni non sono uno scherzo, proprio come i gol che fa. Se l’età non può essere un deterrente, lo diventa quel che chiede. 5 milioni, l’attuale stipendio del bosniaco, è troppo per i nerazzurri che devono conservare i top player – e Dzeko lo è – ma anche salvaguardare il bilancio. Motivo per cui i nerazzurri proporranno una cifra al centravanti bosniaco: l’uomo già sa che non sarà al rialzo. Aspetto che presuppone una lunga trattativa: “Ho un contratto fino a giugno – dichiara l’attaccante – poi vediamo”. Nè sì, né no.
Forse. Questo stallo non fa bene ai nerazzurri che sanno di doversi preparare anche a un rifiuto da parte dell’attaccante. Edin Dzeko ha mercato: variabile da non sottovalutare. L’attaccante ha scelto l’Italia, ma non è vincolato. Le richieste dall’estero non mancano. 37 anni pesano, ma il modo in cui risolve le partite è molto più impattante. Peso specifico. Nello specifico, appunto, si rifugia il numero 9 nerazzurro: attende il primo incontro con la dirigenza nerazzurra, che avverrà nel corso della sosta Mondiale, per iniziare a mettere nero su bianco alcune priorità fra cui l’unica che davvero conta. La permanenza di Dzeko a Milano.
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