Caos AIA, l’ex arbitro Giacomelli rilascia dichiarazioni pesanti e forti contro l’ex capo D’Onofrio sulla sua carriera come direttore di gara.
Che il calcio italiano abbia seri problemi di organizzazione e di immagine, è alquanto noto a tutti. Problemi atavici, che ci si trascina da tempo e che condiziona le possibilità stesse dei club di poter migliorare il proprio brand e quello della Serie A stessa. Problemi che non le consentono di essere al pari della Premier League.
Problemi che riguardano anche l’Aia e chi arbitra le partite che, anno dopo anno, è sempre di più sotto l’occhio del ciclone. Neanche l’utilizzo del var ha diminuito le critiche verso un sistema che non sempre funziona in maniera adeguata, andando a condizionare inconsapevolmente un intero campionato.
Caos AIA, Giacomelli furioso
Questa volta però, ad inasprire ulteriormente le tensioni all’interno dell’AIA ci ha pensato l’ex arbitro Giacomelli che è andato contro D’Onofrio, ex procuratore capo. In un’intervista a ‘Repubblica, l’ex arbitro ha detto: “E’ stato D’Onofrio a stroncare la mia carriera e a estromettermi dall’Aia. Perché negli ultimi due anni decideva, sotto le vesti di Procuratore dell’Aia, con i suoi provvedimenti, promozioni e dismissioni degli arbitri di Serie A e Serie B. Per un mero errore formale, D’Onofrio ha spinto affinché per soli 17 giorni di squalifica, superassi i 12 mesi sufficienti a farmi uscire definitivamente dalla Serie A. In casi simili, per errori formali, la segreteria segnala prima le incongruenze per poterle correggere. Non potevo essere punito per il rendimento in campo e allora si è attaccato ai rimborsi. Lo ha fatto anche con altri come Pasqua, Massa, La Penna, Robilotta”.
Pesante anche l’attacco sulla governance: “Diciamo che assecondavano le punizioni decise da D’Onofrio. Che entrava anche nella parte tecnica del designatore, quella relativa ai giudizi. Il guardalinee Avalos un anno fa ha prodotto un’intercettazione dove D’Onofrio gli diceva cosa fare e cosa non fare per scalare le classifiche di giudizio. L’arbitro La Penna sarebbe dovuto diventare internazionale al posto di un altro arbitro. Ma anche lui è stato accusato di rimborsi irregolari, squalificato, fatto fuori e poi reintegrato da D’Onofrio. Lui era il loro grimaldello politico. Comminando sanzioni indirizzava le carriere degli arbitri. Favorendo alcuni e punendone altri decideva a tavolino le classifiche di merito. Una dinamica che portata al tavolo politico per le elezioni delle cariche, poteva spostare i voti delle sezioni regionali premiate”.