Otto anni dopo aver deciso il Mondiale 2014, Gotze tornerà ai Mondiali con la Germania: il percorso per la rinascita è stato a dir poco tortuoso.
Mario Gotze è sempre stato un giocatore fragile, dal punto di vista fisico. Lo era anche nel 2014, quando però era ancora totale la sua capacità di incidere sul campo, pur con un minutaggio non sempre elevatissimo. Non a caso, l’allora trequartista del Bayern Monaco aveva deciso la finale dei Mondiali in Brasile, ai supplementari, contro l’Argentina.
È stato quello, a 22 anni, il punto più alto della sua carriera. In orbita nazionale, il ragazzo classe 1992 è rimasto stabilmente, salvo infortuni, fino al 2016. Poi, però, è iniziata la sua lenta discesa, che lo ha visto tornare al Borussia Dortmund per un’esperienza molto meno redditizia rispetto alla prima, ed abbandonare definitivamente la maglia della Germania. Nel 2017, in effetti, scoprirà di soffrire di miopatia, una malattia del metabolismo che incide sulla sua integrità fisica e sulla capacità di reggere allo sforzo.
Per l’imminente Mondiale in Qatar, però, Hansi Flick ha inserito di nuovo il suo nome in lista. Così, Mario Gotze tornerà a 30 anni a giocare in un Mondiale. Lo farà quasi sicuramente da gregario, ma col cuore pieno di felicità. Perché in questi anni era un po’ scomparso dai radar, e perché la convocazione, per lui, suona come una rinascita.
Gotze torna ai Mondiali: la sorprendente scelta del ct Flick
Nel 2020, ha lasciato i gialloneri per provare a ricominciare, dal PSV in Olanda. Ed evidentemente il suo talento ha convinto quasi tutti, nonostante le 29 partite saltate in due anni. Sicuramente, in patria si è ricominciato a parlare di lui, che da questa stagione è tornato in Bundesliga, con la maglia dell’Eintracht Francoforte.
Una sola partita saltata per lui, ed una continuità che gli è valsa il più bel regalo possibile: la convocazione in Qatar. “Penso che tutti siamo d’accordo sul fatto che Mario sia un calciatore di grande talento“ ha detto Flick, “e che nelle ultime settimane abbia giocato ad alti livelli. Può sostenere tre impegni alla settimana è questo è un fattore molto importante”.
Con la maglia dell’Eintracht, d’altronde, Gotze sta giocando anche la Champions League, ed alla soglia della maturità e dell’ultimo scorcio della carriera, è arrivato un premio. Con i suoi problemi, Gotze si è sempre relazionato con grande lucidità: ha imparato a lavorare ed a godersi ogni momento sul campo. E presto lo rivedremo anche al Mondiale: dalla sua ultima presenza con la Germania sono passati cinque anni. Cinque anni di duro lavoro a cui ora guardare indietro con grande orgoglio e con voglia di stupire, in Qatar, come otto anni fa.