Il 6-1 subito dall’Inter, per il Bologna di Thiago Motta, ha confermato un grande difetto, che anche nella nuova gestione sembra irrisolvibile.
Ha subito una sonora sconfitta dalla “sua” Inter, l’eroe del Triplete Thiago Motta, tornato a San Siro come allenatore del Bologna. Lo 0-1 iniziale, col tiro deviato di Charalampos Lykogiannis che aveva acceso le speranze dei rossoblù. Poi, però, la valanga nerazzurra ha sepolto ogni tentativo degli ospiti con una prestazione maiuscola.
Il magico gol del pareggio di Edin Dzeko ha riavviato i meccanismi dell’Inter e spento quelli degli emiliani, la cui sconfitta potrebbe anche lasciare strascichi per il futuro. Il tecnico, ora, dovrà rimettersi subito a lavoro per evitare che accada. Ma le pesanti carenze ereditate già dalla gestione di Sinisa Mihajlovic non sono state risolte, e la squadra non decolla.
Il bilancio in Serie A, dopo otto partite alla guida della nuova squadra, non è per la verità così negativo per Thiago Motta, che prima dell’Inter aveva gioito per tre giornate di fila. Ma l’entusiasmo a nulla è valso per affrontare l’Inter, con la preoccupazione che i sei gol subiti possano lasciare il segno quantomeno per la prossima partita con il Sassuolo.
Dopo una buona stagione sulla panchina dello Spezia, l’ex centrocampista è arrivato a Bologna con i migliori auspici. Ed in effetti sono arrivati 10 punti in otto partite, nulla di negativo, considerate le condizioni in cui versava il gruppo prima del suo arrivo. Tuttavia, i numeri non lasciano tranquilli: con i sei presi alla 14esima giornata, il club è ora la seconda peggior difesa del campionato (25 reti subite), dietro al Verona ed insieme allo Spezia. Un peculiarità che evidenzia le continue defaillances del reparto difensivo e la poca solidità a livello mentale della squadra.
Quando si lotta per la salvezza, infatti, sarebbe fondamentale riuscire ad essere anche compatti, in alcuni frangenti della partita. Invece la squadra continua a non aver stabilità, ad essere altalenante e dipendente più dai gol fatti e dalle giocate offensive che dalla capacità di leggere i momenti del match, sapendo anche dunque reggere l’urto dopo un iniziale vantaggio.
Non che si chiedesse di tenere la porta inviolata contro l’Inter, al Bologna. Ma per quest’ultimo, dopo la deludente striscia di due anni fa di 41 partite consecutive senza porta inviolata, le cose non vanno affatto meglio. Dall’inizio della stagione, con due allenatori diversi, i rossoblù hanno tenuto a secco solo il Lecce, all’11esima giornata.
Solo i pugliesi e l’Hellas Verona, d’altronde, hanno sempre subito gol: un dato troppo negativo, per una squadra che in realtà ambiva, quantomeno lo scorso anno, a chiudere a metà classifica. Su questo fattore, contando di lasciarsi alle spalle da subito il capitombolo di San Siro contro il Sassuolo, Thiago Motta dovrà lavorare soprattutto nella sosta, cambiando volto ad una squadra che da troppo tempo non sembra aver il giusto equilibrio.
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