Juventus, Allegri pronto a tutto. Il tecnico, nel bel mezzo della crisi, prova nuove soluzioni: un unico dato non cambia mai. I numeri.
La Vecchia Signora deve tornare a sorridere. L’imperativo alla Juventus resta questo. Anche adesso che i risultati cominciano ad arrivare, ma la strada sembra essere ancora lunga: non sono i punti e la classifica a preoccupare, ma la mentalità che sembra essere assente. La Juve, fino a qualche tempo fa, era – testuali parole di Allegri – più simpatica che bella. L’aspetto vincente nemmeno contemplato: impossibile per chi è cresciuto con il mantra di Boniperti.
Qualcosa bisogna fare. Se il tecnico non è in discussione e non lo sono i giocatori, deve trattarsi per forza di mentalità: tornare ad aggredire il campo con nuovi stimoli e idee in mezzo al campo, tutto deve partire dalla testa. Una concentrazione figlia di momenti particolari in cui ritrovare sé stessi e il gruppo: si comincia con il non abituarsi.
La novità come denominatore comune: i bianconeri devono tornare a essere indecifrabili tatticamente. Gli avversari non devono sapere a cosa vanno incontro, le idee chiare deve averle l’allenatore. Il tecnico in questo momento latita, non dipenderebbe – soltanto – dalle due anime che popolano lo spogliatoio, ma anche dagli infortuni: “Provate a levare 4-5 titolari a Inter e Milan, poi vediamo”. Gli stop forzati, secondo Allegri, incidono sensibilmente.
Allora la formazione si fa con il pallottoliere: basti pensare che in questo nuovo corso la Juventus non è mai stata uguale. Lo rende noto uno studio di Tuttosport. Il quotidiano analizza quanto Allegri sia stato costretto a cambiare in primis per l’assenza di punti fermi e in secundis per gli incidenti di percorso: la partenza sprint ha penalizzato uomini chiave.
Significa, forse, che dopo il Mondiale sarà un’altra Juve. Alla sosta manca sempre meno: buona notizia in parte, l’altra parte – meno rassicurante – è che ancora c’è tanto da fare e mettere a punto. Nel dettaglio sono 50 le partite che Allegri ha disputato in bianconero, contando solo il suo ritorno e la formazione è sempre stata diversa: una giostra perenne. Un vizio diventato vezzo da coltivare per necessità che, a giudicare dai numeri, non fa virtù.
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