Nell’inchiesta relativa “Prisma”, relativa alla gestione finanziaria della Juventus, una nuova scoperta potrebbe cambiare le cose per i dirigenti.
Mentre la Juventus si prepara alla focosa sfida di questa sera contro l’Inter, al di fuori del lato prettamente sportivo, stanno emergendo in queste ore alcune novità sull’inchiesta “Prisma”. La procura di Torino continua ad indagare per quanto riguarda l’aspetto finanziario della società, muovendosi tra la questione relativa agli accordi privati per gli stipendi non corrisposti e quella – sempre piuttosto spinosa – relativa alle cosiddette plusvalenze fittizie.
Nel primo caso, un consistente aggiornamento lo hanno rappresentato le chat nel quale l’allora capitano Giorgio Chiellini parlava appunto di scritture private (tra le quali va inclusa la celebre “carta Ronaldo”). Sul secondo punto, invece, la novità è più fresca, come rivelato oggi sul sito della Gazzetta dello Sport. Tra il materiale ottenuto dalla Procura, infatti, ci sarebbe un libro che potrebbe presto portare ad ulteriori sviluppi – non per forza postivi – per gli indagati.
“Tutti sanno ma nessuno riesce a dimostrare“, aveva detto qualche giorno fa Umberto Chiariello nella diretta Twitch ai microfoni di calciomercato.it. La Procura, però, prosegue, e questa volta sembra aver imboccato una strada che quantomeno farà luce (anche se dovesse provarne l’assoluta regolarità) sul modo di agire nella dirigenza della Juventus, in special modo tra il 2019 ed il 2021.
Chiariello si riferiva certamente alle plusvalenze fittizie, campo nel quale si figura importante potrebbe rivelarsi l’attuale direttore sportivo, Federico Cherubini. Dalla Procura, il cinquantunenne, si nota, è stato ascoltato non come indagato, ma come persona informata sui fatti. Ma tra la documentazione ottenuta, infatti, il pm ed i suoi uomini pensano che il libro rinvenuto possa appartenere proprio al dirigente bianconero.
A suscitare l’attenzione di tutti, evidentemente, sarebbe un passaggio in cui si cita l'”eccessivo ricorso a plusvalenze artificiali”, racconta la Gazzetta. In attesa di chiarire se si tratti di semplici appunti o meno di Cherubini, questa potrebbe essere un’ulteriore prova di quanto temuto dalla Procura, ovvero l’uso di un sistema consolidato (ed illecito) per risanare i bilanci.
Di sicuro, pare per ora solo un punto: il ds bianconero aveva già allora dei dubbi sul metodo di lavoro del suo predecessore, Fabio Paratici. Che – a differenza sua – è indagato insieme al presidente Andrea Agnelli, il vice Pavel Nedved e l’amministratore delegato, Maurizio Arrivabene. Soltanto i prossimi giorni ci potranno dire in che direzione andranno le indagini.
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