“Penso al Mondiale e non dormo la notte”, han confessato Tite, Ct del Brasile, alle prese con il rebus convocazioni per la rassegna iridata
Il Mondiale è alle porte e di conseguenza si avvicina per i vari Commissari tecnici il momento delle scelte definitive e pertanto difficili. Chi inserire nella lista dei convocati? Chi escludere? Sono i dubbi che tormentano tutti i Ct delle Nazionali che saranno impegnate nella rassegna iridata.
Ma se per alcuni di loro le scelte sono obbligatorie, per altri che, al contrario, hanno problemi di abbondanza di talenti, stilare la lista dei convocati è un tale rompicapo da non far dormire la notte. E’ il caso di Tite, Commissario tecnico del Brasile, tra le Nazionali favorite a succedere alla Francia nell’albo d’oro del Mondiale, per il quale la scelta dei calciatori da portare in Qatar è diventata quasi un’ossessione.
“Mi accompagna l’ansia e mi sto svegliando sempre alle 4. Mia moglie ci si è abituata, e quando mi agito e scalcio nel letto mi dice di stare calmo. Mi dice di provare a dormire di più, ma il pensiero delle convocazioni mi agita“, ha confessato Tite nel corso dell’intervista concessa a “Esporte Espetacular”.
Scelte difficili anche perché non bisogna valutare solo l’aspetto tecnico dato che “ci sono gli atleti, ma prima di tutto vengono gli uomini, i loro caratteri, ci sono figli e padri e l’essere umano deve sempre essere rispettato. E per me è un dovere esternare la mia gratitudine a tutti coloro che fanno, o hanno fatto, parte di questo gruppo (la Seleçao ndr). Ci saranno delle scelte dettate da motivi tecnici ma il rispetto per tutti ci sarà sempre“.
Per fortuna di Tite la sua ansia e le sue notti insonni dureranno al massimo poco più di un mese. Infatti il Ct brasiliano, che guida la Nazionale verdeoro dal 2016 con un bilancio di 57 vittorie, 18 pareggi e 5 sconfitte, ha già annunciato che, indipendentemente dall’esito dell’avventura iridata, lascerà la panchina della Seleçao al termine di Qatar 2022.
D’altronde, Tite avrebbe voluto dimettersi già subito dopo l’eliminazione nei quarti di finale di Russia 2018 per mano del Belgio ma poi, dopo un confronto con i suoi familiari, è ritornato sui suoi passi: “Ne ho parlato in famiglia e solo dopo ho cambiato idea. Altri quattro anni mi sembravano un’eternità e non sapevo se la cultura che c’è nel calcio in Brasile mi avrebbe permesso di avere pazienza. Ho fatto per almeno 500 volte camminate su e giù per il lungomare di Barra da Tijuca, e ne ho parlato tanto con mia moglie e i miei figli, poi ho capito che avrei potuto rimanere“.
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