Altro che il fenomenale Kvaratskhelia o il bomber Osihmen. Spalletti, tecnico del Napoli, non rinuncia mai solo al suo “trottolino amoroso”
Prima poi, come sancisce la legge dei grandi numeri, doveva capitare. Il Napoli di Luciano Spalletti dopo 13 match consecutivi senza la macchia di una sconfitta esce sconfitto per 2-0 dal mitico “Anfield Road” nell’ultimo impegno della fase a gironi della Champions League.
Tuttavia, oltre alla qualificazione agli ottavi, già in cassaforte da due settimane, gli azzurri hanno conquistato anche il primato del girone per effetto del 4-1 al “Maradona” contro il Liverpool di Jurgen Klopp. Dunque, se proprio doveva capitare, molto meglio che la striscia di vittorie di fila si sia interrotta ieri sera per un ko indolore che, quindi, non avrà strascichi sugli obiettivi degli azzurri.
Oltretutto, il Napoli esce sì battuto da uno dei templi del calcio mondiale ma, pur non impressionando come negli altri match di Champions League, nient’affatto ridimensionato. Anzi. Ieri sera ad “Anfield Road” gli azzurri hanno dato così del filo da torcere ai reds, tre volte in finale di Champions, con un trionfo, negli ultimi 4 anni, che quest’ultimi hanno avuto bisogno di far avanzare le loro “torri” per abbattere il muro difensivo partenopeo.
Come si legge sull’odierna edizione de “La Gazzetta dello Sport“, il Napoli ha tenuto testa al blasonatissimo Liverpool dimostrandosi superiore ai reds per larghi tratti della partita. A punire gli azzurri due gol nati da palle inattive la cui deficitaria gestione rappresenta l’unico neo nella comunque positiva prestazione del Napoli contro il Liverpool.
E per una volta a prendersi la scena tra le fila degli azzurri non è stato Kvataskelia e nemmeno Osimhen, reduce dalla prima tripletta in Serie A nel match contro il Sassuolo, bensì Lobotka che non ruba l’occhio come il georgiano e il nigeriano ma il cui fraseggio e le cui capacità di dettare i ritmi alla squadra lo rendono l’unico veramente imprescindibile in questo Napoli.
Non è un caso che appena Spalletti ha tirato fuori dal campo lo slovacco, per fargli tirare il fiato e per preservarlo in vista del big match di campionato contro l’Atalanta, gli azzurri si sono smarriti, sono andati in confusione in quanto hanno perso il loro punto di riferimento, il loro faro come dei marinai senza bussola sperduti in mare aperto. Ecco perché il tecnico di Certaldo non rinuncia mai al suo “trottolino amoroso“.
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