Zaniolo non ha ancora segnato quest’anno per la Roma. Il confronto a distanza con Zaccagni, a una settimana dal derby, è impietoso
La Roma chiama, Zaniolo però ancora non risponde. L’infortunio di Paulo Dybala lo mette ancora di più al centro dell’attenzione. Ma è dal gol vittoria in finale di Conference League che il centrocampista non segna. Non è che non ci provi, tira comunque quasi tre volte a partita in stagione. Ma gli manca precisione, poco più della metà delle conclusioni centrano lo specchio della porta.
Inoltre quest’anno ha servito solo un assist in nove partite giocate, segno di una difficoltà crescente a incidere negli ultimi diciotto-venti metri. La questione non è solo tecnica, ma di interpretazione del ruolo. Zaniolo appare come prigioniero di quel che è stato prima degli infortuni, e di scelte troppo spesso monotematiche, prevedibili, quando vede la porta. Vorrebbe risolvere tutto a strappi, di forza, con quell’energia da liberare ancora costretta sotto nuvole di rabbia e frustrazione. Ma lì dentro rischia di perdersi.
I tifosi della Roma sperano che questa sia la settimana decisiva. Lunedì i giallorossi sono impegnati a Verona, poi domenica c’è il derby. Se in quell’occasione Zaniolo dovesse segnare il suo primo gol in campionato di quest’anno, e il primo all’Olimpico in Serie A da quasi tre anni, tutta la sua stagione potrebbe prendere velocità.
Roma, Zaniolo verso il derby. Er Faina a TVPlay: “Oggi Zaccagni è più forte”
Il derby rimetterà di fronte Zaniolo e Zaccagni, la scorsa estate protagonisti anche sulle riviste di gossip per le frasi di Chiara Nasti, ex del romanista che aspetta un figlio dal laziale. “Si può dire che oggi Zaccagni sia più forte di Zaniolo?” si è chiesto Er Faina in diretta in diretta su TVPlay, il primo canale sportivo su Twitch in Italia.
I numeri dicono che si può dire. Zaccagni ha segnato quattro gol e servito tre assist. Tira meno del romanista, 1.91 volte di media, ma con precisione quasi doppia (0,96 conclusioni in porta contro 0,59 ogni 90 minuti). Inoltre, ha completato il doppio dei passaggi negli ultimi trenta metri e, dato ancora più importante, 18 passaggi progressivi a 5. Si tratta di quei tocchi in verticale che riducono il numero di avversari tra il portatore di palla e la porta. Zaccagni è dunque un facilitatore di gioco e un finalizzatore, perfettamente inserito nel 4-3-3 di Sarri arrivato a maturazione. La sua Lazio diverte e non prende gol da sei partite di fila in Serie A, come era successo in biancoceleste solo a Sven-Goran Eriksson nel 1998.
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La sfida di Mourinho, ora, è riprendere in mano il filo di una squadra disegnata con il 3-4-1-2 con l’obiettivo di proteggere la difesa, quinta migliore della serie A, anche a costo di non mettere i talenti creativi in condizione di esprimersi al meglio.