Kvaratskhelia protagonista in Napoli-Sassuolo. Lancia una maglia per i georgiani in tribuna, alcuni tifosi la rubano: a chi era destinata.
Kvaratskhelia, cuore e dribbling. Il georgiano incanta i tifosi del Diego Armando Maradona nel giorno che precede il genetliaco del compianto campione. 3-0 e sorrisi, ma c’è anche spazio per un velo di tristezza che purtroppo poco ha a che fare con la nostalgia nei confronti del Pibe de Oro. Il campione georgiano, a fine partita, lancia una maglia in tribuna: la sua. Dopo una prestazione – l’ennesima – da incorniciare.
La partita contro i neroverdi ha visto anche una rappresentazione di tifosi georgiani presenti sugli spalti. Il motivo è ben noto: Kvaratskhelia è molto di più di un “profeta in patria”. Il campione è un vero e proprio idolo. L’uomo ha lanciato la maglia ai compaesani per uno scopo preciso: il gesto aveva un fine benefico. Tutto interrotto dalla pretesa di altri tifosi partenopei che rubano il cimelio. La maglia – nella fattispecie – era destinata alla parrocchia di St Ilia di Borjomi.
Kvaratskhelia, rabbia nel post partita: il retroscena sulla maglia rubata
Tutto al centro di un’operazione benefica. Il progetto potrà essere portato avanti ugualmente, ma rimane la rabbia per il gesto di questi esponenti del tifo organizzato. Una macchia all’interno di una giornata perfetta, ma nonostante questo Kvaratskhelia ha promesso quanto prima un nuovo invio. Stavolta niente lanci: spedizione dedicata, onde evitare rischi. Napoli, croce e delizia in 90 minuti. Dallo splendore delle giocate del campione alla bassezza più profonda: rubare una maglia destinata alla beneficenza.
Pagine chiaroscure che vanno a inserirsi nella parabola ascendente del fuoriclasse che non placa il proprio talento ma alimenta la passione dei tifosi. Infatti sui social è partita la protesta. Il gesto di una minoranza non qualifica un popolo, questo il grido generale: Kvaratskhelia ringrazia e dà l’arrivederci alla prossima occasione. Sperando ci siano altri buoni motivi e nuove maglie da lanciare. L’unico furto concesso è quello del cuore: l’attaccante, in questo, è profondamente colpevole.