Mondiale Qatar, spunta la rinuncia al viaggio per protesta: la clamorosa decisione

Il Principe William non si recherà in Qatar come forma di protesta contro il mancato rispetto dei diritti umani nell’Emirato

Il Mondiale di calcio in Qatar non è ancora iniziato, il via è in calendario il 20 novembre, eppure è già al centro delle polemiche. Non certo per questioni squisitamente di campo ma per le iniziative di protesta contro il mancato rispetto dei diritti umani nell’Emirato da parte dei protagonisti della rassegna iridata.

La rinuncia al viaggio per la Coppa del Mondo
La rinuncia al viaggio per la Coppa del Mondo (ANSA)

Ultimi in ordine di tempo i 16 giocatori della Nazionale australiana che, con il pieno appoggio della Federazione australiana di calcio, in un video denunciano, dopo un approfondito esame durato 2 anni e condotto avvalendosi anche dei dossier realizzati da alcune Ong tra cui Amnesty International, il vero e proprio sfruttamento dei lavoratori stranieri, in maggioranza originari del Bangladesh, del Nepal e dell’India,

arrivati in massa nell’Emirato per contribuire all’edificazione di tutte le infrastrutture necessarie per ospitare il maxi evento sportivo, sette stadi, un nuovo aeroporto, nuove strade e una rete ferroviaria ad hoc, visto che sono stati retribuiti con salari miseri e hanno lavorato in condizioni di estrema precarietà in termini di sicurezza sul lavoro.
A questa lodevole iniziativa si aggiunge la conferma di una defezione che sicuramente farà più rumore delle preannunciate forme di protesta degli attesi protagonisti della kermesse ospitata in Qatar.

Qatar 2022, il Principe William non andrà in Qatar

Principe WIlliam
Il Principe WIlliam non andrà in Qatar (Ansa)

Il Principe William, erede al trono del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord nonché Presidente della Football Association (la Federazione calcistica inglese) non andrà in Qatar per assistere ai match della Nazionale dei Tre Leoni in segno di protesta contro le disumane condizioni di lavoro degli operai stranieri e soprattutto contro la criminalizzazione dell’omosessualità, bandita in Qatar. Fonti vicine al Principe hanno reso noto che è improbabile una sua presenza anche in caso di approdo in finale, il programma il 18 dicembre, della Nazionale di Gareth Southgate e che al massimo potrebbe solo far parte di una delegazione governativa.

Del resto, è notorio l’impegno del Principe William in difesa dei diritti della comunità LGBT. Solidarietà e vicinanza alla comunità LGBT che lo hanno portato, primo membro della Royal Family, a essere immortalato sulla copertina della rivista gay “Attitude” per elogiare il coraggio dei giovani transgender, gay e lesbiche che hanno denunciato gli atti di bullismo di cui sono stati vittime e per ribadire che “nessuno dovrebbe essere vittima di bullismo per il proprio orientamento sessuale“.

Una presa di posizione del Principe William che segue quella del capitano dell’Inghilterra, Harry Kane, che, insieme a molti altri suoi colleghi, indosserà al braccio una fascia attraversata dai colori dell’arcobaleno e dalla scritta “OneLove” durante i match iridati.

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