Antonio Conte e Andrea Agnelli, dopo le frizioni e gli insulti, hanno fatto la pace. Ecco il motivo per cui avevano litigato
Ora che Antonio Conte e Andrea Agnelli hanno sotterrato l’ascia di guerra e si sono riappacificati torna in auge il nome del tecnico degli Spurs per il post-Allegri. A prescindere da come finirà l’attuale stagione, è molto probabile che il prossimo giugno possa essere il capolinea della seconda avventura sulla panchina juventina del tecnico livornese.
Oltretutto, neanche la panchina del tecnico salentino, specie dopo la sfuriata contro il Var per il gol annullato agli Spurs nel convulso finale di match contro lo Sporting Lisbona in Champions League, è salda. Come scrive, l’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”, il fatto che il rinnovo con il Tottenham non è all’ordine del giorno forse anche per volontà di Conte che, dopo la pace siglata con Agnelli, attende una telefonata da Torino. Del resto, già nel 2019, dopo l’addio di Allegri, il vicepresidente Pavel Nedved ne caldeggiava il ritorno.
Dunque, dopo l’Allegri 2.o anche il (Bis)Conte? D’altronde, come recita la strofa più citata di una delle hit di Antonello Venditti, “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano“. Ebbene, evidentemente vale anche per i due ex duellanti, Agnelli e Conte, che prima delle frizioni, degli insulti e dei litigi erano uniti da un vero rapporto di amicizia tanto che il rampollo degli Agnelli è stato il testimone di nozze del tecnico salentino.
Conte e Agnelli, un litigio nato…al ristorante
Se Antonio Conte e Andrea Agnelli erano rispettivamente un dipendente e il suo datore di lavoro, come si è arrivati al punto che tra i due sono volati gli stracci e non solo? A far incrinare i loro rapporti state le inopinate e irrituali dimissioni di Antonio Conte rese pubbliche il 15 luglio 2o14, quindi a ritiro estivo già iniziato, in quanto in forte disaccordo con le strategia di mercato al ribasso del club bianconero e preannunciate da quella metafora che è entrata di diritto nell’immaginario collettivo calcistico: “Non ci si può sedere a un ristorante da 100 euro con 10 euro in tasca“. Chiaro riferimento all’impossibilità di competere alla pari con i top club che investivano sul mercato molto di più di quanto facesse la Juventus all’epoca.
Come si suol dire, Andrea Agnelli se l’è legata al dito e, infatti, tutta l’acrimonia accumulata nei confronti di Antonio Conte è esplosa, nel febbraio del 2021, al termine del primo tempo di una tesissima semifinale di ritorno di Coppa Italia contro l’Inter, allenata da Conte, con gli insulti in diretta televisiva a Conte e dito medio mostrato da quest’ultimo in risposta alle ingiurie che gli piovevano addosso dalla tribuna in cui era seduto Agnelli.
In realtà, come il Presidente bianconero si è giustificato al momento della consegna del Tapiro d’oro da parte dell’inviato, Valerio Staffelli, di “Striscia la notizia”, “ogni tanto la passione nel nostro lavoro porta ad andare oltre le regole delle buona maniera. La collaborazione con Conte si è chiusa bene. Quelli erano gesti di affetto“. Già, d’altra parte, si sa, si feriscono proprio le persone alle quali si vuole più bene….