Marco Rossi, ct dell’Ungheria, ha parlato ai microfoni di calciomercato.it su TVPlay.
Un parere su Maurizio Sarri: “Il percorso di Sarri lo si conosce, ricordo di averlo incontrato per la prima volta quando allenava la Sangiovannese. Lo conosco da un po’ di tempo. Come per tutti anche per lui, nonostante sia uno dei migliori, vale lo stesso discorso, bisogna dare tempo, di far passare la propria idea di calcio, di conoscere i giocatori a disposizione per, in accordo con la propria visione del calcio, ritagliarli il ruolo che più confà alle caratteristiche. Sarri è arrivato alla Lazio forte di una grande esperienza nazionale e internazionale, a tanti non è stato dato tempo, a lui è stato concesso. Bisogna dare tempo e aspettare che arrivino i risultati sperati, con Sarri si sa che serve un po’ di pazienza perché ha delle richieste di gioco non così scontate e scolastiche, se gli si dà tempo poi i risultati si vedono”.
La Lazio può durare con il doppio impegno settimanale? “Penso che non valga solo per la Lazio ma per tutte le squadre che hanno il doppio impegno settimanale. Penso che le rose siano sufficientemente competitive per le due partite a settimana, sicuramente quello su cui mettono l’attenzione i membri dello staff e sul recupero, diventa importantissimo e fondamentale gestire il recupero dei calciatori, poi devono essere loro a fare la differenza. A volte si impiega tempo a fare un percorso di recupero individuale, che dev’essere osservato nei dettagli da un calciatore, credo che talvolta qualcuno abbia degli impegni extracalcistici che non gli fanno mettere la giusta attenzione in questo percorso che è fondamentale”.
Mourinho è bollito come dicono? “Credo che la Roma stia attraversando un periodo particolare perché sta avendo qualche infortunio di troppo. Ha però dimostrato anche quest’anno di essere una signora squadra che può giocarsela con tutti. Lo dicono storia e risultati, Mourinho è un allenatore che si può solo apprezzare e non criticare”.
Szalai? “Adam è un giocatore che purtroppo per noi e specialmente per me ha deciso di lasciare la nazionale, ha giocato l’ultima partita proprio contro l’Italia. Questo creerà problemi alla squadra anche a livello di leadership. Parliamo di un ragazzo che è stato anche al Real Madrid, poi ha avuto questo grave infortunio che lo ha messo ko per un anno e mezzo e poi ha giocato per undici anni in Bundesliga. Ha fatto una buona carriera che poteva essere anche migliore. Credo che ne sentiremo parlare in futuro perché ha grande carisma, può fare l’allenatore”.
Possibile ritorno in Serie A? “Non sono probabilmente un profilo troppo appetibile per la storia che ho avuto, tornando in Serie A forse correrei il rischio di vanificare quanto fatto in questi dieci anni anche per il discorso che mi servirebbe tempo come dicevamo poco fa e spesso in Serie A non viene concesso. Ammesso e non concesso di avere un’offerta dalla Serie A”.
C’è un problema preparatori atletici in Italia? Si parla di due o tre infortuni muscolari a giornata: “Chiaro che se i dati sono questi vale la pena soffermarcisi sopra un attimo, bisognerebbe vedere anche cosa succede all’estero, se sono molto minori forse fanno più attenzione ai carichi di lavoro. Bisognerebbe valutare caso per caso. Nella mia carriera ho avuto la fortuna di conoscere preparatori come il compianto Ventrone e Gigi Febbrari che è ancora nello staff di Reja nell’Albania che sono preparatissimi. Sicuramente c’è da riflettere, forse non si pone la dovuta attenzione all’aspetto del recupero attivo, che è funzionale fra una partita e l’altra, in questi casi ci sarebbe da vedere di chi è la responsabilità”.
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