Euro 2032, c’è l’annuncio a sorpresa: riguarda l’Italia. Qualcosa di significativo si sta muovendo per il futuro del calcio italiano
Come molti settori dell’economia italiana, anche l’azienda calcio sta attraversando un momento di difficoltà e sofferenza. Il doppio colpo da ko, la pandemia da Covid-19 e la guerra tra Russia e Ucraina che ha distrutto equilibri che parevano consolidati, ha creato disagi enormi all’intero movimento.
Molto faticosamente, sia la Lega di Serie A che la Federazione stanno cercando di trovare delle soluzioni a breve e medio termine (riforme, crescita dei ricavi, miglioramento del prodotto calcio) in grado di dare un po’ di respiro ai bilanci dei club, usciti con le ossa rotte dall’ultimo drammatico biennio.
A rendere ancora più pesante il quadro generale ha pensato la clamorosa seconda eliminazione consecutiva dai Mondiali di calcio che ha indubbiamente incrinato il prestigio e l’appeal del italiano. Il tempo per risalire la china c’è ancora, a condizione che tutte le componenti condividano lo stesso percorso.
Ad avere la ferma convinzione che il calcio di casa nostra si possa rilanciare è il neo Ministro dello Sport, Andrea Abodi. Il 62enne manager romano, ex presidente della Lega di Serie B, ha pronta la sua ricetta per uscire dalla crisi.
Nelle sue prime dichiarazioni rilasciate in qualità di ministro dello sport, Abodi ostenta un discreto ottimismo in vista di un futuro che a suo dire sarà molto più roseo di quanto si possa immaginare.
“Sono fortemente convinto che gli Europei del 2032, se dimostreremo di avere un dossier affidabile e non un libro dei sogni, verranno assegnati all’Italia. Ce la giocheremo in pochi mesi, dobbiamo mettere in campo un progetto su cui verrà valutata la nostra affidabilità“.
Idee chiare, competenza e la giusta dose di entusiasmo: Abodi sembra davvero la persona giusta messa nel posto giusto al momento giusto. “I prossimi mesi saranno decisivi per rilanciare lo sport più amato dagli italiani. Un’altra tappa decisiva sarà la realizzazione di stadi nuovi“.
L’impiantistica è da sempre un nostro punto debole: “Da questo momento in poi si cambia registro – assicura Abodi – lo stadio della Roma ad esempio si farà al 100%“.
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