Tommaso Pobega, giovane centrocampista del Milan e della Nazionale, ha raccontato qualche aneddoto ai microfoni di DAZN.
Il centrocampista del Milan e della Nazionale Tommaso Pobega ha rilasciato un’intervista ai microfoni di DAZN riguardo alla sua esperienza in rossonero, raccontando anche qualche aneddoto personale.
“Al Milan c’è un’atmosfera fantastica. Per me è un onore essere in questa squadra dopo aver girato tanto in prestito. Ogni step mi è servito per crescere, maturare e migliorare.” Parole da giocatore esperto, consapevole che il lavoro quotidiano porta a raggiungere delle soddisfazioni importanti. Dopo aver militato in prestito allo Spezia e poi al Torino, il centrocampista classe ’99 è infatti tornato da questa stagione a vestire la maglia del Milan. Quella maglia con cui Pobega è cresciuto ed è arrivato fino al calcio dei grandi.
Pobega e quel centrocampista che l’ha impressionato
“Al Milan proprio come numeri e presenza allo stadio è una cosa diversa. Quando vedi le coreografie che fanno prima della partita capisci che è veramente bello e importante: è un’emozione unica vestire questa maglia. Siamo una squadre forte e le squadre forti si vedono sempre dopo una piccola caduta: tu puoi cadere, ma l’importante è rimettersi subito in sesto e continuare su quello che stavi facendo. Noi in queste ultime 3 partite, dopo aver perso con il Napoli, l’abbiamo dimostrato e vogliamo continuare così”
“Da bambino amavo un giocatore: Bastian Schweinsteiger. Per me era un centrocampista formidabile. Il giocatoreche mi ha messo più in difficoltà nella scorsa stagione è stato Adrien Rabiot: ha grande forza e corsa, a me ha impressionato”. Lo stesso Rabiot che nella serata di oggi, venerdì 21 ottobre, ha siglato la prima doppietta del suo campionato nel 4-0 all’Empoli. La seconda stagionale dopo quella al Maccabi Haifa in Champions League.
Un giocatore ritrovato grazie alla fiducia e al lavoro di Allegri e che, nonostante le troppe critiche, nutre comunque diversi estimatori nell’ambiente calcistico, colleghi compresi.
