La presenza di Kvaratskhelia ha permesso a Spalletti di far evolvere il modo di giocare del Napoli. L’analisi tattica
Con la forza di un’apparizione, Kvicha Kvaratskhelia ha dato scintillante sostanza alla nuova era del Napoli di De Laurentiis. Il georgiano è il volto della prima stagione dopo l’addio di Kalidou Koulibaly, Dries Mertens e Lorenzo Insigne, di cui ha preso il posto come punto di riferimento creativo sulla fascia sinistra.
La sua presenza garantisce velocità e intensità nella zona di campo nella quale il Napoli è abituato ad attaccare di più. La mappa delle aree che Kvaratskhelia occupa, tra campionato e Champions League, dimostra come il georgiano sia prima di tutto un’ala.
Anche se quando porta palla di frequente si accentra, sfrutta gli spazi di mezzo per andare direttamente alla conclusione. Non a caso è quarto, tra i calciatori del Napoli con almeno 90 minuti di presenza in campo, per media tiri a partita (3,33). Migliorabile, invece, il dato dei gol attesi ogni 90 minuti (0,36), una misura della pericolosità della sua produzione offensiva.
Rispetto allo stile di Insigne, che occupava il campo più come un trequartista defilato, il modo di giocare di Kvaratskhelia ha consentito al Napoli di Spalletti di attaccare con una dinamica diversa e una più rapida ricerca della verticalità. Il cambiamento è evidente. Gli azzurri tiravano in media 14,62 volte la scorsa stagione, finora in questa effettuano 20,09 conclusioni. Il contributo del georgiano non si misura solo nella sua media di tiri e di assist, ma anche nei 6,02 palloni toccati ogni novanta minuti nell’area di rigore avversaria, e negli 1,58 falli che subisce di media a partita.
Dalle prime dieci giornate di campionato, appare evidente che Kvaratskhelia dia il suo apporto più significativo quando si libera della disciplina connessa alla posizione di ala. E’ un talento libero, che sa calciare con entrambi i piedi e in nazionale ha infatti giocato anche da attaccante in un 3-4-2-1 o in un 5-3-2.
Il 4-2-3-1 di Spalletti, che può evolvere anche in 4-3-3, gli concede una maggiore libertà di movimento. La sua velocità di pensiero gli consente spesso di anticipare le mosse dei compagni e di beffare gli avversari, risultando così imprevedibile anche senza il pallone tra i piedi.
Quando arretra mentre i compagni sviluppano l’azione, il suo movimento a elastico toglie equilibrio alla difesa avversaria. Il georgiano in questi casi manda fuori posizione il marcatore poi sfrutta l’anticipo per ricevere il pallone in una zona vantaggiosa andare in progressione nello spazio di mezzo.
Sono infatti oltre tre, di media, le progressioni palla al piede che permettono al Napoli di avanzare e contemporaneamente di ridurre il numero di avversari fra il pallone e la porta. Sono proprio questi, i cosiddetti scatti progressivi, a dare la misura dell’utilità di Kvaratskhelia nell’aumentare le opzioni offensive del Napoli.
Gli 8,4 dribbling di media a partita danno ulteriori vantaggi nel creare superiorità numerica nella trequarti avversaria. In questo modo la squadra può trarre maggiori vantaggi negli uno contro uno e mantenere il possesso più a lungo nelle zone più “calde” del campo. Tutti fattori che spiegano il primato in classifica e lo zero alla voce sconfitte in stagione dopo dieci giornate.
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