Con l’avvicinarsi del Mondiale aumentano i dubbi legati alla relativa lunga pausa. Un’arma in più, invece, per il Napoli di Luciano Spalletti
Il countdown è cominciato. Fra poco più di un mese si alzerà il sipario sul Mondiale in Qatar silenziando così le polemiche che stanno accompagnando l’avvicinamento alla sua inaugurazione. Prima l’iniziative di protesta annunciate dalle varie Nazionali che vi prenderanno parte contro il mancato rispetto dei diritti umani nell’Emirato, poi le lamentele dei tecnici per l’anomala collocazione della rassegna iridata, in inverno e non, come di consueto, in estate, nel calendario agonistico.
L’ultimo in ordine di tempo a tuonare contro la calendarizzazione invernale del Mondiale è stato il tecnico della Lazio Maurizio Sarri al termine del match di Europa League contro lo Sturm Graz:
“Vorrei capire cosa può dare il Qatar al calcio tanto da dover metterci tutti così in difficoltà: calendario infattibile. Arriveremo stanchi, ma questo è il calcio moderno usa e getta. Per fare i Mondiali in Qatar hanno reso le competizioni europee infattibili“.
Gli strali del tecnico biancoceleste contro i Mondiali nel cuore della stagione agonistica e non al suo termine sono motivati dal fatto che per trovare il relativo spazio nel relativo calendario i club sono costretti a un autentico tour de force giocando di fatto ogni tre giorni (quelli impegnati anche nelle competizioni europee).
Una lunga striscia, quindi, di appuntamenti ravvicinati da non consentire ai calciatori né di recuperare dalle fatiche di quello precedente né di allenarsi adeguatamente. A ciò si aggiunge l’incognita delle conseguenze sulla condizione fisico-atletica dei calciatori di una lunga pausa, quasi 2 mesi, mai sperimentata prima nel nostro Paese.
I tecnici dei club, non avendo precedenti in tal senso, navigano a vista procedendo in ordine sparso. Chi, invece, non sembra preoccupato della lunga sosta è il tecnico del Napoli capolista Luciano Spalletti. Infatti, prima di sedersi sulla panchina partenopea, Spalletti ha allenato lo Zenit di San Pietroburgo dal 2009 al 2014. Ebbene, come è noto, per motivi legati al rigido inverno russo, il campionato di calcio della Federazione Russa da sempre osserva una lunga pausa invernale.
Dunque, il tecnico di Certaldo è l’unico tra i suoi colleghi in Serie A che sa come gestire una lunga sosta, come testimoniano i titoli, due campionati, la Coppa di Russia e una Supercoppa di Russia, conquistati da Spalletti durante la sua esperienza sulla panchina dello Zenit. Un fattore che alla lunga potrà rivelarsi decisivo nella volata scudetto. E se così sarà, allora forse il vero top player del Napoli è proprio Luciano Spalletti.
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