Onana lancia il guanto di sfida ad Handanovic per prendersi definitivamente la pora dell’Inter. In Europa ha subito meno gol dello sloveno
C’è un po’ di blaugrana nell’impresa sfiorata ieri al Camp Nou dall’Inter. Contro un Barcellona mai domo, capace di recuperare per due volte lo svantaggio nei minuti finali del match, uno dei protagonisti è stato l’estremo difensore nerazzurro Andrè Onana.
Il 26enne camerunense, che contro il Sassuolo è stato per la prima volta titolare in Serie A, ha sciorinato un’altra autorevole prestazione. Per nulla intimidito dalla bolgia del Camp Nou, Onana ha diretto con autorità e con sicurezza il pacchetto arretrato nerazzurro. Ormai, sembra che Simone Inzaghi abbia deciso di puntare sull’ex Ajax anche in campionato.
Una rivincita per il camerunense che partita dopo partita sta convincendo anche i più scettici. Una consacrazione, per ironia della sorte, che è arrivata proprio in casa di quel Barcellona che lo visto dare i primi calci a un pallone. Infatti, Onana è calcisticamente cresciuto nella cantera blaugrana dopo essersi messo in luce durante un match organizzato dall’Academy di Samuel Eto’o, suo connazionale e grande doppio ex (Barcellona e Inter).
Inter, Onana: “Ho giocato più di 300 partite”
Non solo le prestazioni ma anche i freddi numeri corroborano la scelta di Inzaghi di assegnare la titolarità della porta nerazzurra al camerunense in Champions League. A fronte di un “set” di partite in tutte le competizioni UEFA (Champions League, Europa League e relativi play-off di qualificazione) non troppo sperequato (74 a 47 a favore dello sloveno) Onana ha subito meno gol: 54 contro gli 82 di Handanovic.
Dunque, il 26enne ex Ajax è una garanzia in Europa anche perché sono ben 13 i match che ha concluso con la porta immacolata, cioè senza subire gol.
Lo sa bene lo stesso Onana che nel post-partita del Camp Nou, ai microfoni di Amazon Prime Video, ha rivendicato con orgoglio che vanta più di 300 partite nella sua ancor giovane carriera, motivo per il quale ha la giusta esperienza per essere il titolare senza alternarsi con il più esperto, sulla carta d’identità, Handanovic.